ROMA (WSI) – Una dichiarazione positiva e un’altra che fa gridare allo scandalo e che dimostra come il governo Letta non stia facendo proprio niente per tagliare i privilegi alla Casta.
Intervistato da “Il Sole 24 Ore”, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini parla della possibilità di dare un un acconto sulla pensione a chi perde il lavoro. Frena però allo stesso tempo sulla possibilità di un prelievo straordinario sulle pensioni d’oro, a meno che l’ipotesi non comprenda anche quelle definite d’argento. Una proposta anche comprensibile, se non si avesse il sospetto che l’esecutivo continua a rimandare interventi forti anti-Casta.
“Ci dicono che le persone con pensioni molto elevate, dell’ordine dei 20mila o 50mila euro, sono solo qualche centinaio. Ho auspicato un intervento sulle pensioni d’oro in Parlamento al primo question time da ministro e lo ribadisco. Come questo intervento possa essere fatto in modo inattaccabile sul piano legislativo, le dimensioni e l’uso dei fondi liberati a favore dei redditi più bassi: questo è quello su cui stiamo lavorando. Ma se immaginiamo che “d’oro” voglia dire pensioni oltre 20 o 50mila euro, un intervento non genererebbe un riequilibrio di grandi dimensioni. Se invece si intervenisse anche sulle cosiddette “pensioni d’argento” è chiaro che il discorso potrebbe cambiare. Il punto vero è che non abbiamo una definizione di pensioni d’oro o di pensioni d’argento”.
Dunque, tutto torna alla teoria. Prima, bisogna “definire” cosa siano le pensioni d’argento rispetto a quelle d’oro – e su queste cose la lentezza italiana è da Guinness dei Primati – ; poi si può agire.
Tonrnando all’acconto delle pensioni per chi perde il posto di lavoro due o tre anni prima del momento di ricevere la pensione, l’idea è si erogare un anticipo, che dovrà essere poi restituito a rate. Dunque, si tratta di una sorta di prestito.