Resta tutta in salita la strada per un accordo commerciale tra Stati Uniti e Canada, dopo la rinegoziazione del Nafta tra Usa e Messico. I colloqui, ripresi ieri, mostrano ancora numeri nodi da sciogliere.
Primo fra tutti il meccanismo di risoluzione delle dispute previsto dal Nafta sottoscritto nel 1994 insieme a Usa e Messico e ora oggetto di negoziati per la sua riscrittura: esso consente di contestare sanzioni commerciali imposte da uno dei sottoscrittori. Il Messico – che con gli Usa ha siglato un’intesa due lunedì fa – ha accettato di eliminarlo ma il Canada non intende rinunciarci.
In un’intervista radio, il leader di Ottawa ha spiegato che serve mantenere il capitolo 19 dell’accordo di libero scambio – utile per contestare sanzioni commerciali imposte da uno dei sottoscrittori dell’accordo stesso – tanto più che il presidente americano “non sempre segue le regole in vigore”.
Per Trudeau, “dobbiamo preservare il capitolo 19 sulla risoluzione delle dispute perché garantisce la compliance”. Ancora una volta Trudeau ha affermato che il Canada “non accetterà un accordo cattivo” semplicemente perché lo vuole Donald Trump.
Sul fronte opposto, il presidente americano, Donald Trump, parlando dallo Studio Ovale della Casa Bianca, non ha perso l’occasione per ribadire che gli Stati Uniti “devono raggiungere un accordo giusto con il Canada”.
“Ci troviamo in una posizione forte”, ha detto Trump ripetendo di amare il Canada e i canadesi ma quella nazione “si è approfittata di noi”. Per lui il Nafta siglato dalle tre nazioni nel 1994 è stato “un accordo pazzo e stupido per gli Usa”.
Altri punti da scogliere tra Usa e Canada riguardano la proprietà intellettuale, il settore canadese caseario e il trattamento duty free di una piccola quantita’ di prodotti comprati in Usa.
Sul tavolo negoziale restano fuori i dazi imposti il primo giugno scorso dagli Usa contro l’acciaio e il metallo canadesi (come anche Ue e messicani).
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