Si fanno sempre più insistenti le indiscrezioni che danno Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), come il candidato più papabile alla successione di Mario Draghi, attuale presidente della Banca centrale europea (BCE) il cui mandato termina a ottobre.
Fonti a conoscenza della situazione sentite dal sito internet americano CNBC e l’agenzia stampa Reuters danno le quotazioni di Lagarde in salita a seguito di un accordo tra Francia e Germania, che vedrebbe il ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen, Cdu, il prossimo presidente della Commissione europea.
Ma il toto-nomine è ancora tutto in salita. La rosa dei possibili candidati vede in lista 4 francesi, 3 tedeschi, 2 finlandesi e un olandese. Tra questi, oltre alla Lagarde, in pole position ci sono l’attuale numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann e l’ex capo economista del Fmi, il francese Olivier Blanchard, Sylvie Goulard, vice governatore della Banca di Francia.
Mr. ‘Whatever it takes“, come è stato soprannominato Draghi, per la famosa frase da lui pronunciata nel luglio 2012, con la quale aveva messo in riga i mercati assicurando che la Bce “è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro”, non è facile da rimpiazzare. E questo non solo per le sue qualità: Draghi unisce una rara competenza economico-finanziaria a non comuni doti politico-diplomatiche.
La nomina del nuovo capo della Bce va a incastrarsi in un ‘puzzle’ più complicato con la scelta dei nuovi vertici dell’Unione europea, a partire da quella del presidente della commissione.