Durante la campagna elettorale, Donald Trump avrebbe messo da parte la questione dell’intervento russo in Ucraina in cambio del sostegno da parte di Russia a fornire migliaia di documenti confidenziali dei democratici, informazioni che sono state poi diffuse online tra gli altri da WikiLeaks.
E’ quanto emerge dal report dell’ex spia inglese Christopher Steele, prima agente dell’Mi6 e ora titolare della privata Orbis Business Intelligence. Proprio perché ormai quasi di dominio pubblico, le agenzie dei servizi americani avrebbero deciso di introdurlo tra i documenti d’inchiesta e di comunicarne l’esistenza a Trump e Amministrazione. In un tweet di sabato, Trump ha definito il dossier “truffa”
Va ricordato che nel corso della campagna, Trump si è affermato come il candidato repubblicano con maggiore simpatia verso la Russia, sottolineando la necessità di lavorare con il paese su varie questioni geopolitiche.
Intanto oggi il vicepresidente americano uscente, Joe Biden, è in Ucraina per la sua ultima visita ufficiale nel Paese prima del passaggio di consegne con l’amministrazione Trump, prevista per venerdì 20 gennaio 2017. Con questa visita, Biden ha voluto rassicurare il presidente Petro Poroshenko e il popolo ucraino circa il sostegno degli Stati Uniti, nonostante il presidente eletto, Donald Trump abbia promesso un riavvicinamento nei rapporti con la Russia. “Spero che la prossima amministrazione voglia ancora supportare la continua crescita del Paese – ha detto Biden – ma è chiaro a tutti che il popolo ucraino deve fare la maggior parte del lavoro”.
La crisi in Ucraina è iniziata nel 2014 quando la Crimea ha deciso, con un referendum, di staccarsi dal Paese per tornare con la Russia. La consultazione elettorale, tuttavia, è stata respinta dall’Unione europea, dagli Stati Uniti e da altri 71 Paesi dell’Onu perché ritenuta una violazione del diritto internazionale e della Costituzione dell’Ucraina. È stata ritenuta valida, invece, dalla Russia.