Economia

Acqua, tariffe troppo basse in Italia. Perché è un problema

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L’inflazione ha colpito molto beni e servizi in Italia, tranne uno: l’acqua. Lo dice il rapporto “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, presentato lo scorso primo settembre nell’ambito del Forum di Cernobbio da Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A e Lorenzo Tavazzi, partner e responsabile Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti. Lo studio evidenzia le basse tariffe idriche vigenti in Italia e i loro effetti collaterali.

Acqua economica in Italia

La tariffa idrica italiana è tra le più basse d’Europa: solo 2,1 euro per metro cubo.

tariffe idriche

Le conseguenze di tariffe idriche troppo basse

Tariffe idriche troppo basse implicano una serie di effetti avversi su: investimenti; consumi; rete idrica. Lato investimenti, considerato che tali tariffe finanziano circa l’80% dei gestori industriali in Italia, il loro basso livello concorre a ridurre la capacità d’investimento del servizio idrico integrato. E più basse sono le tariffe, maggiori sono le perdite della rete idrica e quindi la sua inefficienza.

Lato consumi, basse tariffe comportano un consumo irresponsabile dell’acqua: non è un caso che l’Italia sia prima in Europa per consumi in bottiglia e seconda per prelievi pro-capite.

L’importanza dell’acqua per l’Italia

Lo studio evidenzia che l’acqua contribuisce alla generazione del 18% del Pil italiano. Inoltre, l’acqua è impiegata per la produzione di energia idroelettrica: la prima fonte di energia rinnovabile del nostro paese, da cui è stato generato il 42% dell’energia totale tra il 2012 e il 2021. Eppure l’acqua è messa sempre più a repentaglio dal cambiamento climatico, che porta con sé picchi di anomalie termiche e pluviometriche, accompagnati solitamente da eventi idrici estremi (piogge intense, allagamenti, alluvioni, siccità ecc.), saliti del 130% nel 2023. Tali fenomeni idrici estremi sono destinati a salire ulteriormente in futuro, sia di intensità che di frequenza, all’aumentare della temperatura media.

Lo studio rileva che la siccità nel 2022 ha portato a una perdita del 31% delle risorse idriche rispetto al 2021, pari a 60 volte il lago Trasimeno e 4 volte il lago di Bolsena. Sono scesi così i volumi idrici effettivamente consumabili di 7,1 miliardi di metri cubi di volumi idrici.

Secondo la ricerca, per recuperare i volumi idrici persi e rendere più resiliente il sistema ai fenomeni idrici estremi occorre intervenire su: riuso delle acque depurate, perdite di rete, riduzione
dei consumi civili e raccolta delle acque meteoriche. La combinazione di questi interventi in Italia permetterebbe il recupero di 9,5 miliardi metri cubi di acqua (più di quanto perso nel 2022), attiverebbe investimenti degli operatori industriali per 33 miliardi e genererebbe ricadute indirette e indotte di 52 miliardi.