Economia

Acri-Ipsos: due terzi degli italiani sceglie di non investire. Prevale la cautela

Italiani molto propensi verso la liquidità ma chi investe osa e  punta a strumenti finanziari più rischiosi, più attraenti per le opportunità di maggior rendimento offerte dai mercati in un contesto di decrescita dei tassi. Così emerge dal all’indagine “Gli italiani e il risparmio: 1924-2024: cento anni di cultura del risparmio” condotta da Acri e Ipsos in vista della 100ma giornata del risparmio che si terrà il 31 ottobre alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Italiani più propensi ad accumulate liquidità piuttosto che a investire

Nell’attuale contesto, la percentuale di coloro che investono una parte dei risparmi è diminuita leggermente, passando dal 36% nel 2023 al 34% nel 2024. Questa contrazione potrebbe riflettere una maggiore cautela verso investimenti, probabilmente influenzata da incertezze economiche.

Rimanendo sul fronte investimenti, circa due terzi degli italiani sceglie di non investire, sentendosi più sicuri con la liquidità. Un terzo invece investe solo una piccola parte dei propri risparmi. Prevale la cautela quando si tratta di investire visto che dall’indagine emerge un ridimensionamento della crescita della propensione verso strumenti finanziari più sicuri, con una lieve crescita dei più propensi al rischio (9% contro il 7% nel 2023).

Per 4 italiani su 10 l’accumulo di denaro è fine a sé stesso, è un’indole che non necessita di ulteriori motivazioni. Per il 60% che invece risparmia con una progettualità specifica, emerge una maggiore tensione a progetti più a lungo termine rispetto al 2023, in particolare tra la Generazione X.

Nell’investire, si guarda alla rischiosità dell’investimento (33%) e all’impatto positivo su ambiente e società (20%). Diminuisce, invece, la quota di coloro che sono attenti alla solidità del soggetto proponente (18% vs 23% nel 2023), segno di una maggiore tranquillità nei confronti del sistema finanziario. Una quota non trascurabile della Gen Z (19%, vs il 16% del totale) considera il rendimento l’aspetto prioritario dell’investimento, mentre il 23% si dichiara (superiore al 20% della popolazione) interessato ad investire in attività con impatto positivo su ambiente e società. La Generazione Z sembra avere al proprio interno posizioni più polarizzate tra individui più attenti all’immediato e altri guidati da una visione più sistemica di medio e lungo termine.

Risparmio significa tranquillità e sacrificio per gli italiani

Il concetto di risparmio ha un’accezione positiva e secondo gli italiani è associato per lo più a tranquillità (38%), ma anche a tutela (17%) saggezza (14%) e crescita (12%); risparmiare implica anche una proiezione al futuro per un italiano su quattro. Allo stesso tempo, per un italiano su quattro, il risparmio oggi, meno di un anno fa, implica fare dei sacrifici (26% vs 29% nel 2023). Stabili numericamente coloro che vivono il risparmio con meno ansia e senza troppe rinunce (54% vs 53% nel 2023), a fronte di una ulteriore contrazione di coloro che non vivono tranquilli se non accumulano il denaro (31% vs 34% nel 2022).

In crescita coloro che preferiscono godere dell’oggi senza preoccuparsi per il futuro (12% vs 7% nel 2023) che di fatto tornano ai livelli degli anni precedenti, rimanendo una quota minoritaria di italiani. L’indagine rivela inoltre che 3 italiani su 4 affrontano spese impreviste con mezzi propri e con una certa tranquillità: il 76% delle famiglie è in grado di far fronte a spese non programmate pari a 1.000 euro (77% nel 2023).

In aumento inoltre il numero di famiglie in grado di affrontare spese impreviste di entità importanti, stante il generale miglioramento delle condizioni economiche: il 38% sarebbe in grado di fare fronte a spese non programmate di 10.000 euro con risorse proprie, in lieve crescita rispetto al 2023 (36%); si tratta in misura maggiore di italiani residenti nel Nord Est, di età tra i 45 e 65 anni, laureati che appartengono alle classi direttive o pensionati e che in generale si dichiarano maggiormente soddisfatti della propria condizione economica.

Gen Z, Millennial e Boomer: ogni età ha le proprie priorità di risparmio

Oggi, il risparmio è considerato principalmente come una necessità per garantire tranquillità e stabilità economica, specie dai più maturi, ma anche come un’opportunità per raggiungere specifici obiettivi. Secondo l’indagine di Acri e Ipsos, i giovani appartenenti alle generazioni
Z e Millennials, tendono ad associare il risparmio maggiormente a concetti di crescita (18%) e investimento (15%) rispetto ai Boomers (rispettivamente 8% e 2%). Le priorità di risparmio riflettono anche uno cambiamento nei bisogni e nei desideri.

I più maturi tendono a risparmiare principalmente per far fronte a un futuro incerto, concentrandosi su spese impreviste, al rischio di spese mediche (rispettivamente 61% e 50%) e per raggiungere la sicurezza finanziaria. Al contrario, i giovani sembrano più orientati al presente, risparmiano per permettersi viaggi e svaghi (Gen Z pari all’28%; Millennials pari al 29%).

I giovani della Generazione Z e i Millennials sono consapevoli di avere priorità e obiettivi di risparmio differenti da quelli dei loro genitori, (lo dichiarano rispettivamente il 63% e il 64% vs il 56% del totale) e seguono le loro priorità.