Società

Addio a Equitalia crea il caos in 6 mila comuni

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ROMA (WSI) – Sarà anche un «lavoro sporco» quello di Equitalia. Ma qualcuno deve pur farlo. E da lunedì prossimo non lo farà più nessuno.
Sono almeno 6 mila i comuni italiani (su circa 8 mila) che dal 20 maggio perderanno la collaborazione dell’agente nazionale della riscossione che, dal 2006, raccoglie le entrate per gli enti locali. Equitalia ha scritto nei giorni scorsi ai sindaci per invitarli a non inviare più ruoli.

A partite dal 1° luglio, infatti, la legge (decreto Sviluppo del 2011 ) prevede che il concessionario «cessi le attività» di riscossione (dopo ben 3 proroghe) per gli enti locali, per cui le nuove cartelle non avrebbero alcuna possibilità di arrivare in tempo per l’attivazione delle procedure per la riscossione e si trasformerebbero in questo modo solo in costi.

Una bella grana per la maggioranza dei sindaci che, pur sapendo da due anni che il momento del distacco sarebbe arrivato, non hanno saputo o voluto costruire un’alternativa ed ora non hanno tra le mani alcun potere per sostituire immediatamente Equitalia.

La riscossione a ruolo degli enti locali vale un miliardo e mezzo all’anno, ma è chiaro che se non si interviene in fretta si apre un buco di bilancio che, potenzialmente, vale molto di più: molti contribuenti pizzicati in fallo da Equitalia, infatti, pagano spontaneamente i verbali che li riguardano (lo fa circa l’80%) proprio perché sentono il fiato sul collo degli strumenti coattivi dell’amministrazione pubblica.

Ma senza questi meccanismi di persuasione, che succederà? Il problema è particolarmente delicato sul fronte della controversa partita delle multe. Spesso oggetto di valanghe di ricorsi da parte degli automobilisti.

LE CIFRE

Ogni anno i Comuni producono verbali per 1,4 miliardi. E se ad esempio, fino a oggi, a Roma sono stati incassati in conto competenza 130 dei 300 milioni accertati (il 43,3%), senza Equitalia e i suoi metodi (magari duri ma certamente efficaci) quanto è destinato a flettere l’incasso? Molti Comuni stanno ragionando sulla possibilità di ricondurre il servizio della riscossione al proprio interno, con un’opzione che però si scontra con i vincoli di spesa e i limiti pesanti alle assunzioni imposti dai governi Berlusconi e Monti. Senza considerare che per assegnare un appalto occorrono diversi mesi.

Si tratta di problemi che riguardano soprattutto le amministrazioni più piccole. Il rischio concreto è l’anarchia fiscale e il pasticcio non riguarda solo le multe legate alle infrazioni stradali, ma anche tutte le altre tasse comunali, compresa quella per i rifiuti. Un danno potenzialmente devastante per le casse comunali che da questa fonte ricava complessivamente 1,4 miliardi di euro l’anno.

I comuni di regioni come la Lombardia e Toscana hanno già affidato la riscossione a società private ma in generale la situazione è drammatica. E ora, nel governo, si fa strada l’ipotesi di chiedere a Equitalia di riprendere in mano la patata bollente per evitare un vuoto di potere che causerebbe seri danni a molti bilanci locali.

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