Un’altra tassa comunale è in arrivo. I cittadini potranno dire addio all’Imu e alla Tasi, ma vedranno invece manifestarsi una nuova imposta regionale: si chiamerà Imi e accorperà i suoi due predecessori. In attesa che prenda forma la riforma del catasto, il governo ha deciso di semplificare l’ordinamento fiscale che regola le entrate per le amministrazioni locali. Lo ha fatto con un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria 2017.
L’aliquota verrà stabilita decisa dai Comuni e per gli immobili diversi dalle prime case e i fabbricati (tranne quelli rurali) salirà dall’8,6 all’11,4 per mille, mentre per ville e castelli (in questo caso anche se prime case) va dal 5 al 7 per mille. L’emendamento al decreto fiscale legato alla legge di bilancio prevede casistiche precise di variazione delle aliquote, tra cui ad esempio uno sconto del 50% sulla base imponibile per i comodati d’uso.
Il decreto fiscale collegato alla Manovra finanziaria 2017 è tornato per mezz’ora stamattina in Commissione Bilancio, dove è stata trovata una soluzione ai rilievi avanzati dalla Ragioneria generale.
“Bisognerà inevitabilmente intervenire” sulle norme che la Ragioneria dello Stato non ha bollinato” e che “hanno portato alla richiesta di rinvio nella commissione del decreto fiscale collegato alla manovra”, aveva preannunciato il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia.
Tra le norme approvate nel decreto ce n’erano due in cui mancava la copertura finanziaria necessaria. Una di queste era la deroga di due anni al regime dei minimi per chi eccede la soglia del forfait per importi fino a 15.000 euro.
Per rimediare il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto di legge dopo che si è intervenuto sulle due questioni sollevate dalla Ragioneria generale: stralciata la norma sui minimi, corretta invece quella sui Comuni che avrà quindi una copertura.
Il voto di fiducia, annunciato alla Camera dal ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi, si terrà probabilmente domani, mercoledì. Per stabilire i tempi precisi è stata convocata una riunione dei capigruppo. Il testo, in scadenza il 23 dicembre, passerà poi in seconda lettura al Senato.