NEW YORK (WSI) – Si è spento ieri a Lucerna all’età di 78 anni colpito da un’emorragia celebrale Marc Rich, uno dei più controversi finanzieri americani, che aveva accumulato ricchezze inesauribili nel trading delle materie prime, spesso ricorrendo a operazioni poco lecite: tra quelle passate alla storia, la vendita di petrolio iraniano a Israele dopo la promulgazione dell’embargo contro Teheran.
Nato nel 1934 in una famiglia ebrea di Anversa, in Belgio, Marcell David Reich – questo il suo vero nome – emigra negli Stati Uniti nel 1942 per sfuggire alle persecuzioni naziste. Pioniere del commercio di petrolio e minerali, le sue fortune iniziarono a metà degli anni 50, quando, dopo aver conseguito la laurea presso la New York University, inizia a lavorare come operatore della casa commerciale Philipp Brothers.
Ma la scalata nell’Olimpo dei magnati americani, inizia vent’anni dopo, quando fonda una propria società di trading, la Rich Company, società che negli anni 90 cambia la ragione sociale in Glencore International, oggi una delle principali gruppi al mondo nel comparto delle commodity.
Le sue operazioni, non sempre trasparenti, se da una parte non hanno ostacolato mai la crescita del suo gruppo, dall’altra gli hanno causato più di un problema giudiziario.
Nel 1983 fu raggiunto da una sessantina di mandati di comparizione, per illeciti amministrativi, frodi, evasione fiscale per oltre 48 milioni di dollari che lo costrinsero a rifugiarsi in Svizzera. Qui ci rimase fino al 2001, quando Bill Clinton, di cui aveva generosamente finanziato la campagna elettorale, gli concesse la grazia. Fino ad allora Rich figurava nella lista dei fuggitivi più ricercati dall’FBI.
L’alone di mistero sulla vita di “El matador”, come fu battezzato dai media americani, è la stessa che ha da sempre avvolto sue proprietà. La rivista Forbes nel 2010 ne aveva valutato la ricchezza personale in oltre 1,5 miliardi di dollari, cifra che lo collocava al 937esimo posto nell’elenco dei Paperoni mondiali.