NEW YORK (WSI) -Rendere la vita dura ai “furbetti” delle assicurazioni, per le frodi sui falsi incidenti e testimoni fasulli: questo l’obiettivo del “Grande fratello” dell’Ivass, una superanagrafe integrata a fini, ovviamente, antifrode.
È stato pubblicato infatti sulla Gazzetta ufficiale n. 134 del 10 giugno scorso, per entrare in vigore il giorno dopo, il regolamento adottato dall’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni che disciplina la banca dati sinistri, la banca dati anagrafe testimoni e quella dei danneggiati, di cui all’articolo 135 del d.lgs. n. 209/2005 sul codice delle assicurazioni private.
Si tratta, dunque, di una banca dati che al suo interno contiene tre diverse sezioni (incidenti, danneggiati e testimoni), nata allo scopo di prevenire i comportamenti fraudolenti ai danni delle assicurazioni.
Il nuovo archivio informatico integrato sarà lo strumento informatico attraverso il quale l’IVASS riuscirà a incrociare e confrontare tutte le informazioni in suo possesso relative ai dati sui conducenti danneggiati e sui testimoni, allo scopo di stabilire un meccanismo di allerta preventiva contro le frodi.
La presenza della banca dati consente di raccogliere i dati dei sinistri relativi ai veicoli a motore immatricolati in Italia, nonché i dati dei testimoni e dei danneggiati riferiti ai medesimi sinistri.
In questo modo si accenderanno le spie rosse ogni qualvolta lo stesso soggetto risulterà essere spesso coinvolto in pratiche di sinistri stradali, anche come semplice testimone. Non sono infatti rari gli esempi di complicità, in cui gli stessi individui sono una volta danneggiati e un’altra testimoni. Uno scambio di “piaceri” ai danni delle assicurazioni e di tutti gli altri assicurati i cui premi risentono delle suddette frodi.
Il nuovo archivio si nutrirà delle informazioni che perverranno da parte delle singole imprese di assicurazione. Come si legge su Italia Oggi,
“La valutazione dell’ impatto sui diritti degli individui è particolarmente preoccupante e il provvedimento si incarica di definire ruoli e responsabilità. Bisogna, infatti, bilanciare l’ interesse alla tutela del mercato assicurativo dalle frodi con l’ interesse a mantenere la riservatezza” si legge nell’articolo, in cui viene specificato che “i dati sono registrati nelle banche dati per cinque anni dalla data di definizione di ciascun sinistro. Dopo il quinquennio i dati sono caricati su un supporto gestito dall’ Istituto di vigilanza, che li mette a disposizione dell’ autorità giudiziaria penale o degli interessati. Decorsi dieci anni dalla data di definizione di ciascun sinistro, i dati identificativi di persone fisiche e giuridiche coinvolte a vario titolo nei sinistri vengono cancellati”.