Economia

Addio Toy ‘R’ Us, il big dei giocattoli chiude negli Usa (e non solo)

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Addio Toy ‘R’ Us. Lo storico distributore di giocattoli venderà o chiuderà tutti i suoi negozi negli Stati Uniti, coinvolgendo così 33.000 posti di lavoro, metà del totale. La notizia riportata dal Wall Street Journal, è stata confermata dalla storica catena di giochi, che è in amministrazione controllata da settembre.

Alla base della chiusura ci sarebbe l’impossibilità di competere con i big delle vendite on line e un debito di oltre 7 miliardi di dollari. Il gruppo ha annunciato che chiuderà le proprie attività anche in Canada, Giappone, Germania, Austria e Svizzera, mentre per ora resteranno i punti vendita in Polonia, Francia, Australia, Spagna e Portogallo.

Il gruppo che possiede circa 881 negozi sul suolo statunitense dovrebbe presentare la richiesta di messa in liquidazione oggi. L’annuncio è stato fatto dall’amministratore delegato, David Brandon, che ha annunciato le cattive notizie ai dipendenti durante una conference call tenutasi presso la sede centrale del gruppo a Wayne, nel New Jersey.

Non è impossibile che la catena di distribuzione di giocattoli e giochi mantenga aperti 200 negozi dopo la sua liquidazione, avanza la Cnbc. Un’ipotesi che Toys ‘R’ Us esplora e che farà parte del suo file di liquidazione è quello di vendere i negozi canadesi, che hanno un saldo positivo, e 200 dei suoi piú redditizi negozi degli Stati Uniti. Quindi liquiderebbe il resto dei negozi, dice ancora la Cnbc.

Toys R Us nasce a Washington, in un piccolo negozio aperto nel 1948, agli albori del baby boom, si sviluppa rapidamente e ancora oggi ha un quinto della quota di mercato Usa, ma non ha retto alla concorrenza delle vendite online e ed e’ rimasto schiacciato da debiti per cinque miliardi di dollari, perdite e crolli delle vendite.