La pandemia agisce come un terremoto davvero in tutti i settori, compreso quello degli affitti. Lockdown e restrizioni hanno infatti delocalizzato la presenza di studenti e di lavoratori fuori sede, specialmente nelle grandi città. Se a questo si aggiunge il fermo turistico, il risultato è che le case in locazione non hanno più inquilini.
La conseguenza è che il mercato degli affitti ha visto nell’ultimo anno esplodere l’offerta, soprattutto nelle grandi città d’arte. Secondo l’ultimo Osservatorio di Immobiliare.it (www.immobiliare.it) sulle locazioni in Italia, a Venezia e Milano si stanno registrando record di offerta vicini al +200%.
Ma l’altro aspetto che ne consegue è che a questi aumenti record delle abitazioni sfitte sul mercato stanno corrispondendo cali generalizzati della domanda. Se prima della pandemia, in questi centri l’offerta non riusciva a coprire la domanda, negli ultimi dodici mesi si è registrata una situazione opposta.
E anche i canoni richiesti, che da anni vivevano un costante trend al rialzo, hanno invertito la rotta e adesso sono in calo quasi ovunque, con Firenze e Milano a segnare il record, rispettivamente con una diminuzione annuale dell’8% e del 6%.
“L’effetto Covid è stato visibile immediatamente sulle ricerche e sul numero di annunci in locazione,” – afferma Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it. “Quello che osserviamo sul fronte dei prezzi è l’arresto della serie di rincari che durava ormai da diversi anni: i canoni medi richiesti risultano in lieve calo e laddove si riscontrano leggeri aumenti la ragione va ricercata in un’offerta nuova, composta da un maggior numero di immobili di alta gamma, un tempo destinati al turismo”.
Affitti: Venezia e Milano guidano il divario domanda-offerta
Tra le sei principali città d’arte italiane, Venezia è quella in cui gli indicatori di mercato segnano la maggiore sofferenza del comparto delle locazioni. Rispetto a febbraio 2020 l’offerta di appartamenti in affitto è aumentata del 216% a cui – di riflesso – è corrisposto un crollo del 50% della domanda e del 5% dei prezzi. Oggi un bilocale in affitto in città ha un canone mensile medio pari a 721 euro.
Milano, emblema delle grandi città in cui la disponibilità di appartamenti per gli affitti non era sufficiente a coprire la domanda, ha registrato in un anno un incremento dell’offerta del 190%, ma con il 41% delle ricerche in meno. Fra tutte, la città Lombarda rimane quella più cara e il canone medio richiesto per un bilocale è di 1.020 euro al mese, a fronte di un ribasso annuale del 6%.
Seguono Firenze e Bologna, dove in un anno gli annunci per affitti sono aumentati rispettivamente del 184% e 171%. Anche qui, domanda in calo: nel capoluogo toscano rispetto a febbraio 2020 la domanda è scesa del 32% e ancor di più è successo a Bologna, con un crollo del 48% delle richieste. A perdere maggiormente sono stati i canoni di Firenze: -8% in 12 mesi contro il -5% di Bologna. L’affitto medio per un bilocale a Firenze è sceso a 783 euro mentre quello di Bologna si ferma oggi a 754 euro.
Roma e Napoli mostrano gli stessi trend delle altre grandi città d’arte italiane, ma con percentuali lievemente più contenute. Nella Capitale l’offerta è cresciuta del 76% in un anno e la domanda è scesa del 22%. Nel capoluogo partenopeo la disponibilità di appartamenti in affitto è salita dell’81% mentre le ricerche sono scese del 39%. In entrambe le città i prezzi risultano stabili, con un lieve aumento del 3%, giustificato dall’accumulo dell’offerta di maggiore qualità a costi più alti e meno richiesta dagli affittuari.
Conclude Carlo Giordano. “I locatari rimasti in città continuano a cercare soluzioni a lungo termine, mentre i proprietari vorrebbero optare per il medio periodo, in attesa della ripartenza, portando così a un accumulo dell’offerta di cui al momento nessuno beneficia”.