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Affitti in nero: boom a Roma

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ROMA – L’importante è “l’armonia della casa”, ci rispondono. E il contratto d’affitto? Meglio ripassare un’altra volta. Basta rispondere a una serie di annunci lasciati da affittuari e affittacamere di Roma, tra riviste specializzate, siti internet e bacheche universitarie, per avere l’idea di quanto sia imponente il fenomeno degli affitti in nero nella Capitale. Un esercito di evasori fiscali che vive alle spalle dei contribuenti onesti e del Paese, trattenendo illegalmente entrate che, in un periodo di crisi e recessione come quello attuale, sarebbero essenziali per le casse dello Stato. Negli ultimi due anni l’erario ha incassato almeno 5 miliardi di euro in meno, secondo la Cgia di Mestre.

Non sembra essere bastato, attraverso la legge sulla cedolare secca, prevedere sanzioni più dure per i trasgressori e incentivare la registrazione dei contratti: in Italia sono ancora troppi i proprietari di immobili che affittano senza registrare alcun contratto. In base ai dati elaborati per il 2012 dalla stessa Cgia, sono almeno un milione gli affitti in nero: una cifra sottodimensionata e non comprendente i “contratti” che si riferiscono al milione e mezzo di studenti universitari circa che, per almeno dieci mesi all’anno, risiedono fuori sede. Quasi mai in abitazioni di proprietà.

Nella Capitale la situazione sembra rispecchiare la tendenza nazionale, almeno se si prendono in considerazione le “proposte” che abbiamo ricevuto rispondendo a una serie di annunci. La maggior parte rivolti a studenti universitari e giovani lavoratori. Premesso che la nostra indagine non può avere alcun valore statistico, può comunque fotografare una tendenza che associazioni di categoria come l’Unione Inquilini continuano a denunciare da tempo. Su una cinquantina di offerte alle quali abbiamo risposto, i proprietari che tengono a precisare come l’affitto verrà registrato secondo i termini di legge – ovvero, entro trenta giorni dalla stipula dell’accordo – si contano sulle dita di una mano. Pochi onesti, in una schiera di evasori: “Sa, l’appartamento è nuovo, appena ristrutturato. Abbiamo già affrontato diverse spese”, trovano “scuse” diverse persone. Altri fanno capire come preferiscano tacite intese: “Le serve il contratto? Se proprio vuole ne possiamo discutere, ma…”. Dopo il “ma”, le risposte più disparate pur di evitare la registrazione e le tasse da pagare: c’è chi cerca di convincere la persona interessata sui costi già bassi rispetto alla grandezza e alla funzionalità della casa, oppure chi promette di essere comunque sempre presente nel caso di problemi. O chi punta sul fatto di “aver cambiato da poco i materassi”, “cambiato i mobili” o “pitturato le pareti”. In molti, ci spiegano di avere ancora il mutuo da pagare: “Non le basta un accordo inter nos?”.

Ma, soprattutto, emerge il doppio binario sui costi: “Senza contratto, possiamo prevedere qualche sconto rispetto al prezzo indicato nell’annuncio”, ci spiega la gran parte degli affittuari al quale abbiamo risposto. Qualcun altro è possibilista: “Se proprio vuole il contratto, lo facciamo, ma per me non cambia molto”. In pochi sembrano però comprendere che la registrazione sia un obbligo di legge. Fisco e proprietari romani non sembrano così andare molto d’accordo.

A volte a portare avanti le trattative sono gli stessi studenti, che ammettono: “Guarda, noi non abbiamo mai avuto un contratto, difficile che il proprietario cambi idea”. Eppure, i costi non sono certo bassi: in media una camera pesa per un fuorisede per 450 euro mensili. Soldi ai quali bisogna poi aggiungere le utenze (luce, gas, acqua, Internet): più care aree come Furio Camillo, San Lorenzo o Tuscolana, più economici Pigneto e Prenestino. In gran parte dei casi, i soldi pagati dagli studenti finiscono esentasse nel portafoglio dei proprietari degli immobili. Bisogna anche fare attenzione alle fregature. C’è chi offre un monolocale in centro a prezzo stracciato: 500 euro. L’annuncio è pubblicato su vari siti, le foto sembrano presentare uno spazio da favola. Una mail di presentazione del locatario ed ecco che l’affare sembra fatto:

SALVE,

Il mio nome e XXXX.

Il prezzo per l`affitto e di 500 euro mensile per l’intero appartamento + caparra 500 euro rimborsabili,tutte le spese condominiali sono comprese (acqua,luce,gas,internet).

L`appartamento comprende: Riscaldamento centralizzato, frigorifero, asse da stiro, buona connessione internet wireless, lavatrice, lavastoviglie, forno a microonde, TV al plasma, lettore DVD, macchina da caffe, divano letto matrimoniale in soggiorno, sala da pranzo, Asciugacapelli, connessione internet, telefono.

L’appartamento e collegato con i mezzi pubblici quali, tram, bus,e molto pulito e voglio affittarlo ad una persona pulita e responsabile.

Grazie.

Si va avanti con le conversazioni, scritte tra l’altro con diversi errori in italiano. Il locatario chiederà il trasferimento dei mille euro via money transfer. Lui non può esserci di persona, perché vive all’estero e chiede garanzie. Per eliminare ogni dubbio ti inoltra i documenti che comprovano la sua identità (falsi). In realtà è una fregatura. Dietro il proprietario (a Miami o a Londra) in realtà non c’è nessuno. Così come, se si verifica il civico, non esiste nessun monolocale in affitto. Una volta versata la caparra la casa sparisce, così come l’annuncio e il finto proprietario in questione. Questo genere di truffa ha già fatto le sue vittime a Firenze e dintorni. Nonostante i controlli della postale e la cattiva luce dei nomi riportati nelle mail (se googolati), l’offerta continua ad occupare diversi siti on line. Anche perché sotto i mille euro si può fregare senza problemi. Col money transfer per cifre inferiori ai 2.000 euro non è necessario mostrare un documento d’identità. Chiunque si può spacciare come Katia o come Mario l’affittuario. Basta avere la ricevuta del versato, la stessa carta che il truffatore chiede di inviare, ed il gioco è fatto.

C’è chi invece è incappato in un subaffitto e ha vissuto anni in nero senza mai conoscere il proprietario. Una ragazza ci racconta la sua storia. Pagava 275 euro il suo posto letto. Cercava una singola e si è trovata (nel giro di poco tempo) dentro una doppia. La caparra l’ha versata all’inquilino che è andato via lasciandogli il posto letto. Dentro la giungla: prezzi variabili di mese in mese, creste sulle teste degli altri ragazzi.

Il decreto legislativo 23 del 14 marzo 2011, che ha introdotto la cedolare secca, permette agli inquilini di denunciare l’affitto ed ottenere così un contratto ad un canone molto agevolato. Il primo passo è quello di accertarsi che il proprietario non abbia registrato alcun contratto d’affitto, dopodiché l’inquilino può procedere da solo alla registrazione, dichiarando i suoi dati e quelli del violatore, inizio del rapporto d’affitto e canone pagato. Tutto ciò deve esser supportato da prove scritte, in caso contrario bisogna intraprendere un’azione legale contro il proprietario. L’Agenzia delle entrate stessa provvederà alla verifica della rendita catastale dell’immobile e solo dopo ciò il proprietario riceverà via raccomandata la notifica di registrazione del contratto con nuova decorrenza (di locazione, rinnovato per 4 anni e rinnovabile per altri 4). Il canone che dovrà pagare l’affittuario è pari a tre volte la rendita catastale: per questo il prezzo si abbassa molto notevolmente, raggiungendo anche il 90 per cento della cifra pagata prima in nero. Un immobile in cui si pagano in nero 1000 euro al mese può valere (se denunciato) solo 3 mila euro l’anno.

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