Afghanistan: quanto è costata una guerra durata oltre venti anni
Con la presa di Kabul, l’Afghanistan è tornato sotto il controllo dei talebani, spodestati nel 2001. Dieci giorni per mettere la parola fine a oltre 20 anni di missione internazionale. Una missione che, secondo le previsioni dell’intelligence di Washington, solo agli Stati Uniti è costata mille miliardi. Sono i numeri messi in luce in un articolo del Sole24Ore che ha quantificato le spese della disfatta occidentale in venti anni di guerra e missione.
Afghanistan: quanto è costata la guerra
Il Paese che ha speso di più – si legge – sono gli Stati Uniti, seguiti dal Regno Unito con 30 miliardi, dalla Germania con 19 miliardi di dollari.
Quanto all’Italia, secondo uno studio dell’Osservatorio sulle spese militari Milex, i 20 anni complessivi di presenza italiana in Afghanistan hanno comportato l’esborso di 8,7 miliardi di euro dei quali ben 840 milioni relativi a contributi diretti alle Forze armate afghane.
Ma torniamo agli Stati Uniti, Tra il 2010 e il 2012, quando il Pentagono manteneva in Afghanistan oltre 100mila militari, le spese si attestavano intorno a circa 100 miliardi di dollari all’anno. I costi, subirono successivamente, un forte calo quando dalle operazioni di offensiva nei confronti degli insorti talebani, si passò all’addestramento delle forze afghane.
Alle spese militari, vanno poi aggiunti i fondi per la ricostruzione e gli aiuti alla popolazione civile. Si stima che il dipartimento di Stato Usa, insieme all’Agenzia per lo sviluppo internazionale (Usaid) e ad altre agenzie federali abbiano speso 44 miliardi di dollari. Questo porta i costi ufficiali della presenza Usa in tra il 2001 e il 2019 a 822 miliardi di dollari, senza però tenere conto di quanto speso nel confinante Pakistan, utilizzato dagli americani come base logistica e militare per le operazioni in Afghanistan.
Secondo uno studio del 2019 della Brown University, citato dalla Bbc, la spesa complessiva Usa in Afghanistan e Pakistan è stata di 978 miliardi di dollari.
Kabul, cosa c’è ora da aspettarsi?
L’ipotesi circolata in mattinata di un governo di transizione con a capo l’ex ministro dell’Interno Ali Ahmad Jalali è immediatamente evaporata con l’occupazione del palazzo presidenziale. Mentre diplomatici e civili stranieri prendevano d’assalto l’aeroporto della capitale, dove alcuni Paesi come gli Stati Uniti hanno assicurato che manterranno una rappresentanza diplomatica. L’Italia ha evacuato l’ambasciata ed è partito il piano di evacuazione di diplomatici e cittadini, inoltre ha annunciato un ponte aereo per l’evacuazione di tutti i collaboratori afghani dei ministeri di Difesa ed Esteri. Riunioni di emergenza per analizzare la situazione sono state attivate in molti paesi occidentali, mentre la Nato ha sottolineato che la soluzione politica in Afghanistan è “più urgente che mai”.
Ma gli Usa, travolti dalle polemiche e accusati di aver scatenato l’escalation talebana, hanno continuato a difendere la loro politica di ritiro delle truppe. Lo ha fatto il segretario di Stato Antony Blinken che ha respinto ogni paragone con Saigon ed ha assicurato che gli obiettivi della guerra in Afghanistan sono stati raggiunti. Ma il timore è un salto indietro di 20 anni. “Osserviamo completamente scioccati mentre i talebani prendono il controllo dell’Afghanistan.