Legnano – Pochi i fatti a livello macro da commentare per affrontare la giornata di oggi. Quello più importante a livello pratico, riguarda l’ennesimo downgrade effettuato da una delle tre agenzie di rating.
Esse, come ormai tutti gli investitori ed il mondo sanno, hanno in gran parte contribuito allo scoppio della bolla sui mutui subprime ed alla nascita della più grande crisi finanziaria della storia e da qualche tempo a questa parte stanno cercando in tutti i modi di recuperare credibilità sul mercato, andando a sforbiciare qua e là i diversi meriti di credito di società ed enti, fino ad arrivare agli Stati Sovrani dell’eurozona.
Le conseguenze di un atteggiamento del genere però, hanno pesato ancora una volta sulle tasche degli investitori, che si sono trovati di fronte a mercati molto volatili, in grado di cambiare radicalmente la direzione intrapresa da una quotazione nel giro di pochi giorni, a volte di qualche ora, rendendo così difficile se non impossibile qualsiasi analisi di medio periodo e lasciando quasi esclusivamente la scelta di operare in intraday o con un orizzonte temporale molto ridotto.
Ricorderete quando un giorno l’euro dollaro scendeva per i problemi sul debito sovrano ed il giorno dopo saliva perché si parlava del dollaro in difficoltà a causa del nuovo possibile QE3 eccetera. Quanti casi del genere abbiamo vissuto ultimamente?
Molti, davvero molti, e questo ci fa comprendere come il mercato e gli investitori dovranno attendersi ancora delle inversioni da un giorno all’altro, motivate dal fatto che ora l’attenzione è rivolta al debito sovrano europeo, ora alle difficoltà americane, ora al terremoto in Giappone, ora alle tensioni libiche e chi più ne ha più ne metta.
L’azione di Fitch, che ha declassato il rating neozelandese portandolo ad AA, ha lasciato perplessi gli investitori che hanno subito venduto il kiwi, seguito anche da euro e sterlina sulle preoccupazioni che tali decisioni possano continuare a colpire anche altri Paesi, che dal punto di vista dell’economia reale attuale e dell’outlook futuro sono messe peggio della Nuova Zelanda, che comunque sta vivendo una fase di espansione economica relativamente stabile e la cui Banca Centrale ha un out look positivo, presentando tuttavia un debito netto verso i Paesi stranieri abbastanza elevato.
Ribadiamo l’inutilità, in situazioni del genere, di creare ulteriore allarmismo con queste mosse ad effetto da parte delle agenzie di rating, che potrebbero distruggere definitivamente la propria reputazione se non la smettono di creare ulteriore volatilità implicita sui mercati.
Dalla Germania arrivano notizie positive circa l’ampliamento del Fondo Salva Stati: 523 si contro 85 no, e la cosa più importante (dato che è stato votato l’aumento a 440 mld ma non sono state date precise indicazioni su ampliamenti futuri, il che ha fatto sì che l’euro non rompesse le resistenze contro il dollaro americano) è che la Merkel ha ottenuto 315 voti dalla propria coalizione, buona prova di forza della maggioranza che si è dimostrata coesa e che quindi, lascia ben sperare per eventuali interventi d’emergenza che dovessero rendersi necessari in futuro.
Ne parlavamo anche ieri, l’eurodollaro non ha terminato quel movimento impulsivo che sembrava essere incominciato grazie alla rottura di 1.3590, vista lo scorso martedì. Vediamo infatti come, nonostante una buona notizia proveniente dalla Germania, i prezzi non riescano ad allontanarsi da un range ideale che è compreso fra 1.3690 (dove giungono i ripetuti massimi degli ultimi giorni e dove transita la media mobile di lungo su grafico con candele a 4 ore) e 1.3525. Siamo interessati soprattutto alla parte alta dato che una rottura a rialzo potrebbe significare un nuovo inizio per il movimento che attendevamo.
Il cambio UsdJpy, come abbiamo potuto osservare nelle ultime giornate, non accenna a mostrare nuovi spunti. Questo però risulta essere solamente un parziale problema dato che così facendo il grafico permette di ritrovare livelli dalla comprovata validità: facciamo riferimento per esempio a 77, livello di resistenza anche della giornata di ieri e che si candida a punto di svolta nel breve periodo e parliamo poi di 76.50, livello suggerito dalla linea di tendenza positiva che ha preso vita dai minimi della settimana passata in area 76.10. Il restringimento del cambio risulta così essere tale da non poter continuare oltre: entro breve dovremmo osservare una svolta, con la quale ci si dovrebbe schierare.
Osservando il cambio EurJpy notiamo una grande analogia con l’eurodollaro. In questo caso il livello di svolta a rialzo è dato da 105 (anche qui massimo recente confermato dal transito della media mobile) mentre il livello di supporto è dato da 103.30.
Per quanto riguarda il cable, la validità del livello più importante di resistenza a 1.5725 è stata confermata. I prezzi si sono fermati a qualche punto di distanza dando vita ad una profonda correzione: il livello così suggerito dalla media mobile di lungo e dalla trendline negativa insistente da agosto è stato confermato. Per le prossime ore questo livello rimane ancora valido e servirebbe a spostare il sentiment verso il positivi per il medio periodo sul cable. Un altro livello interessante, per la giornata entrante, è dato da 1.5550.
Il cambio UsdChf ha evidenziato ieri, per la terza giornata di fila, quanto il livello di supporto a 0.8925 non sia privo di significato. Da questo dipende, anche per le prossime ore, infatti la possibile evoluzione ribassista del cambio dopo l’exploit da inizio settembre.
Nulla invece da segnalare, di interessante, sul cambio EurChf dato che ci troviamo, di nuovo, in una situazione di grande lateralità i cui due principali livelli sono 1.2160 e 1.22 figura.
Concludiamo riprendendo quanto visto in apertura, il dollaro neozelandese. Il downgrade del rating ha prodotto una nuova ondata di vendite del cambio NzdUsd che ha così potuto allontanarsi dal livello di pullback a 0.7975 lasciando intendere che potremmo aspettarci davvero qualcosa di ancora peggiore per le prossime giornate. Se il minimo precedente di 0.7640 non dovesse reggere l’impatto continuerebbe il percorso a ribasso verso l’obiettivo finale di 0.71.
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