La madre Marella? «Invece di dar man forte ai tre gestori del patrimonio del Senatore Agnelli, avrebbe tutto l’interesse a far luce sull’effettivo patrimonio ereditario».
Gianluigi Gabetti? «Il ruolo di amministratore del patrimonio personale del Senatore Giovanni emerge in modo ancora più evidente per le società off-shore, le fondazioni e i trust in cui il Senatore era l’unico socio o beneficiario».
Il presunto «tesoro» nascosto? «Margherita Agnelli de Pahlen è riuscita ad individuare alcune operazioni societarie (l’Opa Exor del 1998, la scomparsa dei fondi della Fiat del 1995) che potrebbero aver generato della liquidità gestita dai tre convenuti (Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron, ndr) nell’interesse del Senatore Giovanni Agnelli; l’attrice ha anche individuato società, fondazioni, e trust, di cui si è fornita la lista, e immobili che non sono stati divisi con l’altra co-erede».
Ecco l’ultimo atto giudiziario, cioè la memoria conclusiva presentata dai legali della figlia dell’Avvocato a fine giugno al Tribunale di Torino. È la sintesi di due anni di conflitto.
Il tribunale
Il giudice Brunella Rosso ha respinto, dichiarandoli inammissibili, documenti e testimonianze che Margherita era pronta a produrre a sostegno delle sue tesi. Un punto, importantissimo, dal punto di vista procedurale e sostanziale, a favore di Gabetti, manager storico della famiglia, Franzo Grande Stevens, Siegfried Maron e della madre Marella Agnelli.
Dunque la verità sulla successione dell’Avvocato si conoscerà davvero il 12 novembre, data fissata per la prossima udienza? Sapremo se il giudice ritiene Gabetti & C. effettivi gestori del patrimonio personale dell’Avvocato e dunque se Margherita ha diritto oppure no a ricevere un dettagliato rendiconto, dopo sei anni. Sarà dunque una verità parziale.
Holding e fisco
Infatti c’è l’altra questione, seppure collegata: la mappatura dell’ «Agnelli off-shore», ovvero il sistema di holding estere che custodiva buona parte del patrimonio dell’ex presidente Fiat. L’Agenzia delle Entrate ha avviato un’indagine, la Guardia di Finanza già da tempo aveva raccolto ampio materiale. La verità da appurare, in questo caso, è se c’è stata violazione della normativa fiscale. Le eventuali sanzioni, in linea teorica, potrebbero essere superiori al valore stesso dell’eredità, pari a circa 2 miliardi secondo alcuni calcoli ufficiosi.
«I 15 conti bancari»
Seguendo tracce e indizi contenuti in atti giudiziari e investigativi, si fa qualche interessante scoperta. Per esempio i legali di Margherita in una memoria ipotizzano esplicitamente l’esistenza di rilevanti disponibilità estere «extracontabili» del padre, frutto di operazioni finanziarie.
E 15 conti bancari sarebbero stati riconducibili all’ex numero uno del gruppo Fiat: 8 in istituti svizzeri, 2 in Italia e il resto tra Canada, Francia, Olanda, Lussemburgo e Liechtenstein.
Gli schermi fiduciari? Utilizzati, per «proteggere … una parte del patrimonio … dai rischi fiscali valutari». Insomma Margherita fa un assist alla Baggio (Roberto, ex calciatore) a favore del fisco italiano, assist di cui ancora non è chiara la natura: dolosa, colposa o preterintenzionale?
Baggio e il «prestaconto»
A proposito di Baggio (l’altro Baggio, Dino, ex di Juventus e mezza serie A) forse qualcuno ricorda il trasferimento nel 1991 del mediano dal Torino di Gian Mauro Borsano alla Juve (via Inter). Costo dell’operazione 9 miliardi di lire, di cui la metà pagati in nero su un conto svizzero di Borsano, assistito per l’occasione da Franzo Grande Stevens.
Scoppia «Piedi Puliti» (caso Lentini ecc…), la procura di Torino indaga: fondi neri alla Juve? No, Gianni Agnelli garantisce: ci ho messo soldi miei. Quattro miliardi «svizzeri », donazione personale.
Lo testimonia davanti ai magistrati (gli stessi che poi indagheranno sui bilanci Fiat) l’avvocato Hans Rudolf Staiger secondo il quale i soldi del patrimonio privato della famiglia Agnelli sono transitati sul suo conto corrente di una banca a Zurigo. Finisce lì, questione archiviata, anche sui miliardi svizzeri di Agnelli.
Mister Staiger
Ma Staiger il «prestaconto»? Non è uno qualsiasi. Alcune finanziarie della famiglia torinese hanno avuto sede nel suo studio a Zurigo; ha lavorato fianco a fianco con Siegfried Maron; è stato amministratore della lussemburghese Pons Finance (uno dei pochi soci «coperti » dell’accomandita di famiglia); ha amministrato finanziarie in paradisi fiscali su cui, secondo Margherita, è transitata una parte del patrimonio riconducibile al padre, forse anche il miliardo e mezzo dell’Opa Exor che si sarebbe perso in mille rivoli ma sotto il controllo e la regia, appunto, di Staiger e Maron.
La casa di Marella
Tale è il carico di diffidenza accumulato che a un certo punto Margherita dubita di alcune proprietà immobiliari della madre, perfino della villa di St. Moritz. Lo avrebbero scritto i suoi avvocati, lasciando intendere che le case sarebbero state intestate fiduciariamente a Marella o ad altri ma in realtà di proprietà dell’Avvocato. E dunque, sottinteso, quegli immobili dovevano entrare nella divisione ereditaria. I documenti anagrafici e catastali del comune di St. Moritz dicono che Marella Agnelli-Caracciolo, cittadina italiana, è residente lì dal 25 dicembre 1970 e che è proprietaria di Villa Alcyon. È una mega residenza da alcune migliaia di metri quadrati con abitazioni per il personale e nella proprietà c’è un «diritto di passaggio sciistico».
Tra l’altro anche la signora Agnelli paga il mutuo e la sua casa ha l’ipoteca: è stata iscritta nel 1987 dal Credit Suisse per 3 milioni di franchi.
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