New York – Una perdita di 390 milioni di euro per Lufthansa nel primo trimestre, un deficit di 368 milioni di euro per Air France-KLM nello stesso periodo. I risultati presentati la settimana scorsa illustrano i problemi gravi dei pesi massimi del settore dei trasporti aerei d’Europa.
Secondo le previsioni dell’IATA, organizzazione delle compagnie aeree tradizionali, i gruppi del Vecchio Continente dovrebbero realizzare una perdita netta di 600 milioni di euro quest’anno.
Molte economie vivono in uno stato di recessione e l’impatto si fa sentire anche sulle cifre di traffico dei passeggeri e delle merci.
Inoltre, le tasse imposte nell’Union europea sulle emissioni di carbone hanno avuto un impatto maggiore sui margini delle compagnie europee, rispetto alla concorrenza mondiale.
I margini potrebbero diventare persino negativi se i prezzi del petrolio dovessero aumentare. Se si aggiungono i problemi cronici di capacita’ degli aerei che circolano nel Vecchio Continente, il quadro che ne esce non e’ affatto rassicurante.
Per lottare contro le difficolta’ e superare le nubi, le compagnie aeree devono modificare la loro strategie e avviare piani di ristrutturazione. Lufthansa e’ la piu’ attiva in questo senso e vuole seguire l’esempio di Swiss Air.
Effettuera’ tagli drastici, senza precedenti, sopprimendo 3.500 posti di lavoro su 6.000 nei servizi amministrativi. Obiettivo: migliorare i risultati operativi di 1,5 miliardi di euro nel 2014, rispetto al 2011.
Da parte sua, Air France-KLM, di cui e’ amministratore delegato Alexandre de Juniac, e di cui lo stato francese detiene una quota del 16%, si rifiuta di licenziare. Probabilmente voleva evitare di prende misure impopolari che avrebbero potuto avere un impatto sulle elezioni presidenziali. Ma una volta terminate quelle legislative, attese per il mese prossimo, i licenziamenti non potranno piu’ essere evitati e gli stipendi congelati.
Da vent’anni la compagnia franese ha multiplicato i piani di risparmi senza licenziare. Come? Spingendo i piu’ anziani ad andare in penione e senza rimpiazzarne altri. Ma la malattia e’ piu’ grave e ora Air France-KLM deve fare qualcosa: basti pensare che il gruppo perde piu’ di 4 milioni di euro al giorno.
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Meridiana Fly vola insieme ai debiti. L’ultima speranza arriva dal Qatar
Nelle casse della compagnia aerea, che per la Sardegna è come la Fiat per Torino, una voragine di 130 milioni di euro (un mese fa erano 110). Nonostante la cassaintegrazione per oltre 2mila dipendenti, restano in bilico un migliaio di posti di lavoro.
di Costanza Bonacossa | 12 maggio 2012
Un buco nero in fondo a un tunnel dove, all’improvviso, si è aperto uno spiraglio dal quale entra una luce accecante a molti zeri. In passato le ipotesi più accreditate riguardavano Alitalia e soprattutto Lufthansa e British Airways. Meridiana Fly, la compagnia aerea del principe Karim Aga Khan con base in Sardegna, vola insieme ai debiti. Ma ora comincia a profilarsi un nuovo e salvifico scenario: la speranza di un rilancio potrebbe arrivare dal Medio Oriente, così come è già avvenuto per la Costa Smeralda. L’interessamento del fondo arabo del Qatar per la compagnia aerea è ormai una certezza. Una richiesta di incontro è giunta dalla segreteria dell’emiro del Qatar Al Thani fino ai piani alti della palazzina di Meridiana a Olbia. E i contatti per una possibile acquisizione della compagnia aerea sarda coinvolgono anche il livello politico dell’Isola.
Ormai, infatti, le perdite di Meridiana Fly sono diventate fuori controllo. In un solo mese la compagnia aerea dell’Aga Khan, secondo vettore italiano, ha perso altri 20 milioni di euro. Le cifre appaiono in tutta la loro drammaticità nel documento del 30 aprile scorso, pubblicato sul sito della compagnia. Il documento è un comunicato stampa, che non è mai arrivato nella posta elettronica delle redazioni, ma è stato diffuso solo nella sezione della pagina web dedicata agli investitori.
Analizzando il resoconto, la posizione finanziaria netta consolidata del vettore presenta una voragine di 130 milioni di euro: erano 110 solo un mese fa. Il bilancio consolidato è la somma algebrica di tutti i conti delle società che fanno capo al gruppo. E mentre Meridiana Fly (da sola) ha un indebitamento netto di 66,2 milioni, di cui la maggior parte (49,4 milioni) sono nei confronti della controllante Meridiana Spa, il gruppo (Meridiana Fly+Air Italy+SameItaly+Wokita) ha un indebitamento netto di 130,3 milioni. La grossa fetta di debiti, 54 milioni, deriva da Air Italy ed è dovuta in buona parte da debiti bancari per anticipazioni su fatture e contratti charter e altri scoperti di conto e alle quote a breve termine dei debiti per contratti di locazione finanziaria su aeromobili Boeing 767.
L’obiettivo di Meridiana per evitare il tracollo è ora quello di rinegoziare i debiti con le banche. Insomma, la compagnia aerea sarda guidata dal comandante Giuseppe Gentile rischia seriamente di arrivare a un binario morto. Nonostante i tagli e i risparmi ottenuti con la cassaintegrazione per gli oltre 2mila dipendenti e una nuova organizzazione dell’operativo, l’azienda non riesce a colmare la sempre più profonda voragine finanziaria. L’unica speranza di salvezza sarebbe una forte alleanza con un vettore di rilevanza internazionale. Secondo indiscrezioni, il presidente della Regione sarda, Ugo Cappellacci, avrebbe incontrato a Doha i referenti dell’emirato arabo almeno in due occasioni, durante le quali si è parlato anche di Meridiana.
Se il dialogo fra il comandante Gentile, patron di Meridiana, e il fondo qatariota interessato alla seconda compagnia aerea italiana dovesse andare a buon fine, si aprirebbe dunque un nuovo scenario anche per il territorio dove Meridiana rappresenta l’equivalente della Fiat per Torino e il Piemonte. La scomparsa, ma anche la semplice vendita della compagnia aerea significherebbe il vero tracollo per l’economia della Gallura e dell’intera Sardegna. E se sul fronte dei conti le notizie sono ferali, la mannaia rischia di calare sui lavoratori della compagnia. Meridiana, infatti, potrebbe mandare a casa mille dipendenti, come ha annunciato l’amministratore delegato Gentile ai sindacati.
Tutto è legato ai conti e all’andamento del mercato, che non fanno ben sperare. Gli eventuali tagli riguarderanno il personale navigante, il settore che costa di più all’azienda. E probabilmente la mannaia si abbatterà sul personale ex Eurofly. Gentile ha sempre sostenuto di voler alleggerire l’operativo degli Airbus 330 che effettuano i voli charter per Zanzibar, le Mauritius e New York. In questo senso può essere compreso meglio il nuovo operativo disposto dal management per la prossima stagione estiva, che sposta tutta l’attività di lungo raggio dai 330 Meridiana ai Boeing 767 di AirItaly.
Dunque, l’ultima speranza arriva dal Qatar. Secondo gli addetti ai lavori gli arabi hanno grande interesse ad investire nel Mediterraneo centrale e quindi in Sardegna, perché ritengono che questa sia l’area dove è previsto lo sviluppo futuro. La marcia di avvicinamento dell’emiro è iniziata con l’acquisto, per circa 700 milioni di euro, della Costa Smeralda, l’impero creato negli anni ’60 dal principe ismaelita Karim Aga Khan, che è anche il principale azionista di Meridiana: 2400 ettari di paradiso racchiusi fra i comuni di Arzachena e Olbia con i quattro hotel a 5 stelle Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo Hotel; la Marina e i suoi 700 posti barca; il cantiere di Porto Cervo e il Pevero Golf Club, annoverato tra i 100 più importanti campi da golf al mondo. In questo contesto l’acquisizione della compagnia aerea sarebbe la chiusura del cerchio. Il Qatar non ha certo problemi di liquidità.
Recentemente il fondo arabo ha deliberato l’investimento di due miliardi di dollari nel nuovo aeroporto di Doha per supportare l’espansione della compagnia di bandiera, Qatar Airways, un vettore che offre un servizio aereo di alta qualità come i competitors Emirates, Etihade Gulf Air e che è in piena espansione. Una garanzia di salvezza e successo per Meridiana fly, che aspetta buone notizie e un nuovo Rinascimento che passi ancora una volta dalla nobiltà araba bilionaria.
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