Dal 25 febbraio non ci sarà più nessun volo targato Air Italy. La compagnia aerea italiana con sede a Olbia, controllata direttamente da AQA Holding, a sua volta controllata da Alisarda S.p.A. per il 51% e da Qatar Airways Company Q.C.S.C. per il restante 49%, è stata messa in liquidazione in bonis. La decisione è stata presa all’unanimità dai soci e pone in bilico il futuro di 1500 lavoratori.
La crisi di Air Italy
Nata dalle ceneri di Meridiana, nel 2018 i soci AliSarda e Qatar Airway avevano presentato in pompa magna un piano di rilancio ambizioso con 1500 nuove assunzioni, 50 nuovi aerei e 10 milioni di viaggiatori.
“Vogliamo diventare un’icona nazionale e essere un simbolo dell’Italia dimostreremo che la stella siamo noi”, diceva Akbar Al Baker, ceo di Qatar Airways nella conferenza stampa di due anni fa.
Ben presto il confronto con la dura realtà tradotto in perdite: dai 40 milioni del 2017 sono diventate 160 milioni nel 2018 e 230 milioni nel 2019, cioè il 70% del fatturato.
A ciò si aggiunge il fatto che AliSarda ha deciso di no sborsare più un euro e ha portato gli arabi di Qatar Airways a cercare altri soci inutilmente. La stessa compagnia emiratina, che avrebbe risorse finanziarie per intervenire, infatti ha le mani legate e non può superare la soglia del 49% per le leggi europee. Da qui la decisione unanime di chiudere.
La reazione dei sindacati e l’intervento del governo
La ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha chiesto un incontro urgente con Air Italy invitando la società a sospendere ogni decisione in merito alla possibile liquidazione della compagnia fino alla riunione con i ministeri competenti. Oggi l’incontro con i commissari liquidatori della società Enrico Lagi e Franco Maurizio Lagro da cui ancora non è trapelato nulla.
“Assistiamo alla messa in liquidazione nel totale silenzio e nell’indifferenza del Ministero della Sviluppo Economico e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti” ha denunciato il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito sulla situazione di Air Italy, sottolineando che “apprendiamo solo adesso di una tardiva convocazione dell’azienda da parte ministeriale, di fronte allo spettro del blocco dell’attività ci saremmo aspettati azioni ben più incisive da parte dei ministeri che erano stati informati da settimane attraverso le nostre denunce”.
“Non permetteremo – denuncia il segretario nazionale della Filt Cgil – che 1500 lavoratori vengano messi per strada nell’indifferenza di tutte le istituzioni. La messa in liquidazione di Air Italy è l’ennesimo atto predatorio da parte di imprese straniere nei confronti del lavoro nel nostro paese”.
Da qui i sindacati annunciano uno sciopero nazionale del settore del 25 febbraio, “a cui ne seguiranno altri se la situazione non dovesse migliorare” conclude Cuscito.
Cosa succede ai passeggeri
In una nota, Air Italy comunica che dall’11 al 25 febbraio 2020 incluso tutti i voli Air Italy saranno operati da altri vettori agli orari e nei giorni già previsti; tutti i passeggeri che hanno prenotato voli in partenza o in arrivo in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente.