ROMA (WSI) – Ancora nuvole all’orizzonte per il settore bancario in Italia. Credit Suisse ha rivisto al ribasso le stime e i target price delle banche italiane indicando ben quattro rischi oltre naturalmente all’impatto dell’ampliamento dello spread Btp/Bund sul loro capitale tangibile e sul coefficiente patrimoniale Cet1.
I rischi sono nell’ordine:
- un calo del margine di interesse,
- commissioni di gestione patrimoniale più deboli,
- un rallentamento nella riduzione delle esposizioni non performanti (Npe),
- un aumento del costo del rischio.
Da qui gli analisti di Credit Suisse hanno ridotto le stime sugli utili ‘core‘ delle banche italiane, che sono stati portati – nel complesso del comparto – al 10,3%, 11% e 10,8%, rispettivamente, per gli anni 2018, 2019 e 2020.
Nei dettagli, per Intesa Sanpaolo la revisione al ribasso dell’eps 2018-2020 è stata del 6,5% e il target price scende da 3,70 a 3,20 euro (rating outperform confermato). Per Unicredit il taglio dell’eps 2018-2020 è stato del 14,2% e il target price cala da 19,30 a 16,50 euro (rating neutral confermato).
Più corposi i tagli per UBI banca e MPS rispettivamente del 17,8% e del 31,2%. Ubi inoltre sconta una sonora bocciatura in considerazione del suo piano di riduzione delle esposizioni non performanti che – dicono gli analisti – appare “ambizioso” nel nuovo contesto macro.
“Restiamo concentrati sulle azioni del nuovo governo M5S-Lega dato il crescente rischio di deragliamento del debito pubblico da un trend virtuoso, con potenziali implicazioni negative per lo spread e le prospettive macro (…) Riteniamo, comunque, che le banche più grandi dovrebbero essere maggiormente in grado di resistere a un potenziale rallentamento macro e a un recupero più lento della qualità del credito. Rimaniamo, quindi, positivi su Intesa Sanpaolo che sembra più resiliente di Unicredit nonostante la prima sia più esposta all’Italia e alla gestione patrimoniale. Il mix geografico di Unicredit : Italia, Turchia e Russia non sembrano interessanti, a nostro avviso”.