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Alert correzione a Wall Street, Dow -2,08%

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NEW YORK (WSI) – Un ribasso forte, ordinato, ma senza ripensamenti. Dopo avere archiviato con gennaio il peggiore mese dal maggio 2012, Wall Street inizia la settimana e il mese di febbraio in profondo rosso: il Dow Jones in perdita di oltre 300 punti sotto la soglia dei 15.500 punti. Per il Nasdaq si tratta del peggior calo dal novembre 2011. Oltre alla paura sul rallentamento dell’economia cinese, gli investitori incassano il dato peggiore delle attese dell’Ism manifatturiero, che ha gettato nuove ombre sullo stato della ripresa economica negli Stati Uniti.

A fine seduta, il Dow Jones segna un calo del 2,08% (-326 punti) a 15.373 punti, il Nasdaq perde il 2,6% (-101 punti) a 3.997 punti, mentre lo S&P 500 fa -2,28% (-41 punti) a 1.742 punti.

L’indice S&P 500 e’ sceso sotto il livello chiave della resistenza di quota 1775. Gli analisti tecnici sostengono che una chiusura al di sotto – come e’ avvenuto – scatenerebbe ulteriori ribassi da parte dei programmi computerizzati funzionanti con algortimi, a cui oggi fa capo il 40% delle transazioni sul mercato azionario americano.

Il Dow Jones Industrial Average e’ sceso sotto la media mobile a 200 giorni, a parte il fatto che statisticamente il calo di oggi rappresenta il settimo ribasso a tripla cifra dell’anno.

Per il Nasdaq Composite la perdita di -2.61% e’ il peggior decremento dall’1 giugno 2012. L’indice delle small cap Russell 2000 ha perso perfino di piu’ con -3.21% a quota 1,095.51, in ribasso -7.3% dal picco, quindi ad appena 2,7% dalla zona correzione, di solito definita tale quando un’indice perde -10% da un precedente top.

Sul fronte macro, a gennaio l’indice Ism manifatturiero negli Stati Uniti e’ calato a 51,3 punti, nettamente sotto le attese degli analisti (che arrivano invece a 56 punti). Il dato e’ in flessione rispetto a dicembre, quando si era attestato a 56,5 punti. Notizie negative anche sul fronte immobiliare: a dicembre crescono in misura inferiore alle previsioni le spese per costruzioni. Secondo le statistiche diffuse dal dipartimento del Commercio, nell’ultimo mese dell’anno l’incremento e’ stato dello 0,1% rispetto al mese precedente. Gli analisti si aspettavano +0,2%. Rivisto al ribasso il dato di novembre: la lettura preliminare indicava una crescita dell’1%, mentre la correzione porta la variazione a +0,8%.

Oggi Janet Yellen ha giurato come nuovo governatore della Federal Reserve. Intanto venerdi’ scorso gli Stati Uniti hanno raggiunto il tetto al debito ma il Tesoro adottera’ misure per permettere al Paese di onorare i propri impegni con i creditori fino almeno a fine mese mentre il Congresso deve decidere entro una settimana se alzare il tetto stesso.

La settimana che sarà scandita dal report occupazionale settimanale si apre dunque all’insegna dell’incertezza. Allacciate le cinture, dicono gli analisti, perché in febbraio la Volatilità dei mercati resterà sui livelli elevati visti in gennaio.

In gennaio l’indice allargato Standard & Poor’s 500 ha registrato la perdita più pesante nel primo mese dell’anno dal 2010. Tuttavia, molti rimangono fiduciosi che i problemi di gennaio non sconfinino nel resto del 2014. Anzi, molti leggono la flessione del mese come sano, alla luce dei forti rialzi dello scorso anno.

Nel mese di gennaio, il Dow Jones è sceso del 5,3 per cento, il peggior inizio di un anno dal 2009. Lo Standard & Poor 500 indice azionario ha segnato un calo del 3,6 per cento, mentre il Nasdaq ha subito una flessione del 2 per cento.

“La gente guarda le valutazioni del mercato azionario di inizio anno con un certo grado di nervosismo,” ha detto David Kelly, strategist di mercato alla JP Morgan Funds. “Una correzione sarebbe probabilmente salutare per il mercato.”

A influire negativamente sono stati il caos nei mercati in via di Sviluppo e le notizie di una riduzione del programma straordinario di stimolo monetario della Fed, la cui portata di acquisti di titoli di Stato si è abbassata a 65 miliardi di dollari al mese. La banca centrale ha apportarto il secondo ridimensionamento di 10 miliardi in altrettanti mesi.

Come spesso accade, nonostante i miglioramenti riscontrati in Usa, Regno Unito e Germania, i mercati sono improntati al futuro, piuttosto che al presente, come spiega bene a Bloomberg John Haynes, head of research di Investec Wealth & Investment a Londra.

“Le economie dei paesi industrializzati si stanno riprendento, ma i mercati azionari già scontavano un simile scenario”. “Sarà una corsa piena di insidie e alti e bassi, ma alla fine riteniamo che a propendere saranno i rialzi, non i ribassi”.

Sul fronte societario, in calo il titolo GM (-2,3%) dopo che il gruppo automobilistico ha comunicato per il mese di gennaio vendite in calo del 12% rispetto allo stesso mese dello scorso anno a 171.486 unitĂ .

[ARTICLEIMAGE] Herbalife guadagna terreno (+7%). Il gruppo di integratori alimentari ha alzato le stime e incrementato il piano di riacquisto di azioni proprie. Il produttore di sigarette Altria Group ha trovato l’accordo per l’acquisto di Green Smoke per 110 milioni di dollari in contanti, rafforzandosi cosi’ nel settore delle e-cigarette. Ibm (-2%) ha depositato venerdi’ scorso un documento da cui si apprende che il comitato compensi del gruppo informatico ha dato il via libera all’eliminazione dei bonus 2013 per il numero uno, Ginni Rometty, e per la prima linea di top manager. La decisione era stata annunciata in concomitanza con la pubblicazione di deboli conti del quarto trimestre dell’anno scorso. In ambito farmaceutico, Pfizer (+0,66%) ha comunicato che la fase due di un test per il trattamento del cancro al seno ha dato buoni risultati.

Dopo l’inatteso rally di gennaio – in cui i ritorni sono stati dell’1,36%, massimi dal maggio 2012 – i Treasury si prendono una pausa all’inizio del nuovo mese. Per il decennale, i trader si aspettano che il randimento si muova nell’intervallo 2,6-2,82% almeno fino al rapporto del lavoro di gennaio che verra’ pubblicato venerdi’ prossimo. Nella seduta odierna un rallentamento dell’Ism manifatturiero, atteso oggi alle 16 italiane, e nervosismo relativo ai mercati emergenti potrebbero spingere gli investitori a comprare titoli di stato americani. Il decennale e’ in calo di 1/32 con rendimenti in aumento al 2,671%.

Sul valutario, euro +0,2% a $1,35; dollaro/yen +0,10% a JPY 102,13; euro/franco svizzero +0,07% a CHF 1,2229. Euro/yen invariato a JPY 137,66.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,87% a $96,63 al barile, oro +1,3% a 1.256 dollari.

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