ROMA (WSI) – Nuovo alert dall’Fmi, stavolta per voce dello stesso numero uno Christine Lagarde. Stando al testo di un discorso proferito al Goethe University di Francoforte, Germania, Lagarde ha incitato i governi di tutto il mondo a stare in allerta, e dunque a preparare piani di contingenza nel caso in cui le minacce che incombono sulla fragile economie globali dovessero materializzarsi.
Così Lagarde:
“La buona notizia è che la ripresa continua. Stiamo crescendo. Non stiamo vivendo una crisi. La notizia cosiddetta non così buona è che la ripresa rimane troppo lenta, troppo fragile, e i rischi sulla sua durata stanno aumentando”.
Detto questo:
“Siamo in alert, non in allarme. Si è verificata una perdita di momentum nella crescita. Tuttavia, se le autorità affronteranno le sfide e agiranno insieme, gli effetti positivi sulla fiducia e sull’economia globale saranno notevoli”.
Lagarde ha parlato delle turbolenze che hanno colpito i mercati finanziari all’inizio dell’anno, facendo notare che il sentiment da allora è migliorato. E questo è avvenuto grazie al sostegno della Bce di Mario Draghi, e dal freno apparente che la Fed ha messo al proprio percorso di rialzo dei tassi.
Ma il numero uno dell’Fmi ha anche avvertito che “i rischi al ribasso rimangono e probabilmente sono aumentati“.
Insomma, per Lagarde, l’outlook sull’economia globale si è nuovamente oscurato nel corso degli ultimi sei mesi, e il deterioramento deve essere imputato a suo avviso al rallentamento della Cina, ai prezzi più bassi delle materie prime e all’irrigidimento delle condizioni finanziarie in alcuni paesi.
I commenti di Lagarde lasciano presagire che, in occasione della pubblicazione dell’aggiornamento del World Economic Outlook, il prossimo 12 aprile, l’Fmi taglierà di nuovo le stime sul Pil globale.
I problemi sono diversi e sono elencati dalla stessa Lagarde: intanto, la crescita degli Stati Uniti è piatta, in parte anche a causa del rafforzamento del dollaro;  in Eurozona sono invece i bassi investimenti e l’elevata disoccupazione a frenare la crescita; ancora, in Giappone la crescita e l’inflazione si sono confermati più deboli delle attese. Da tenere ben presenti poi anche le crisi in Brasile e Russia, peggio di quanto si temesse, così come le condizioni dei paesi del Medio Oriente, che sono stati colpiti duramente dal crollo dei prezzi del petrolio.
“Crescita troppo bassa. E per troppo tempo”
“Certamente, abbiamo fatto grandi progressi dalla Grande Crisi Finanziaria. Ma dal momento che la crescita è troppo bassa da troppo tempo, semplicemente ci sono troppe persone che non l’hanno ancora sperimentata”.
Per il numero uno dell’istituzione di Washington, tre sono i principali sumenti che i paesi devono adottare per sostenere la crescita.
- Le riforme strutturali
- Gli stimoli fiscali
- La politica monetaria
A tal proposito, Lagarde ha affermato che l’introduzione di tassi di interesse negativi dalla Bce e dalla Bank of Japan è un fattore positivo, nonostante “gli effetti collaterali che avallano la necessità di vigilare”.
Tornando ai rischi, per i paesi avanzati questi sono:
- I debiti elevati
- La bassa inflazione
- Il basso livello degli investimenti
- La bassa produttivitĂ
- In alcuni casi l’elevato tasso di disoccupazione
Per i paesi in via di sviluppo ed emergenti, i rischi maggiori sono:
- legati ai prezzi piĂą bassi delle materie prime
- elevati livelli dei debiti corporate
- flussi di capitali volatili
L’alert è che ognuno di questi rischi possa avere un effetto domino su altre aree: “con una frequenza e una forza mai visti prima”.
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