Economia

Alert Fmi: rischio crollo mercati finanziari

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ROMA (WSI) – Il mondo rischia di scivolare in una nuova crisi finanziaria che potrebbe tradursi in una recessione globale. L’alert è stato lanciato dal Fondo Monetario Internazionale, in modo particolare da José Vinals, responsabile della divisione di stabilità finanziaria del fondo, che ha detto chiaramente al Financial Times che lo scenario negativo “non si basa affatto su presupposti estremi”.

“Potrebbero presentarsi shock sia sui mercati dei paesi avanzati che su quelli emergenti. (Questi), uniti a vulnerabilità di sistema che non sono state affrontate, potrebbero provocare un caos sui mercati globali, prosciugando improvvisamente la liquidità di molte classi di asset”, si legge nel report dell’Fmi.

“In queste circostanze – si legge sul Financial Times – la crescita delle spese rallenterebbe in modo netto nelle economie avanzate ed emergenti traducendosi in un ouput, entro il 2017, inferiore del 2,4% rispetto alle stime di base dell’Fmi. La crescita globale dovrebbe fare i conti con l’elevata possibilità di rallentare a un tasso, su base annua ,inferiore al 2%, in linea con la definizione standard di recessione globale, sebbene non della stessa portata della crisi del 2008”.

Ancora: “le minacce di instabilità e di recessione che incombono sulle economie dei paesi emergenti sono tali che potrebbero erodere del 3% il Pil mondiale”.

Vinals ha precisato: “il nostro scenario non è quello di una crisi. Lo scenario al ribasso non è di una crisi globale ma di una situazione in cui soffriremmo perdite significative in termini di Pil”.

Focus sulla Cina che, come ha ricordato Vinals, “ha di recente iniziato ad affrontare il problema dei crediti non performanti aumentando gli accantonamenti delle banche. L’interrogativo è su quanto velocemente, in futuro, i crediti non performanti (cinesi) aumenteranno ed è molto importante che le autorità rimangano vigili, in modo tale che le banche provvedano ad accantonamenti adeguati ora, prima che il quadro si complichi ulteriormente”.

Nel caso in cui un grave credit crunch iniziasse a colpire la Cina, peggiore di quello simulato dall’Fmi, a essere contagiate sarebbero in modo particolare le banche con sede nel Regno Unito con un’esposizione verso l’Asia, come HSBC e Standard Chartered.

Nelle economie avanzate, i rischi maggiori derivano invece dalla decisione probabile della Fed di alzare i tassi.

Jennifer Elliott, del dipartimento dei Mercati capitali e monetari del Fondo monetario internazionale, ha precisato inoltre che in Italia ci sono crediti deteriorati per 200 miliardi di euro, rispetto ai 900 miliardi di euro del totale dell’Eurozona. (Lna)