NEW YORK (WS) – La reazione dei mercati di fronte alla correzione dei prezzi del greggio e ai timori sullo stato di salute della congiuntura cinese è eccessiva. La pensa così il capo economista del Fondo monetario internazionale, Maurice Obstfeld, che ha definito di fondamentale importanza che Pechino faccia la massima chiarezza sulla prorpia strategia di politica monetaria ed economica, cambio compreso.
Le dichiarazioni di Obstfeld sono arrivate in concomitanza con la presentazione alla stampa del rapporto semestrale World Economic Outlook in cui il Fondo traccia le proprie nuove stime sulla crescita. Le previsioni sull’andamento del Pil sono state abbassate dello 0,2% nei prossimi due anni. Citati il rallentamento della Cina, la cui economia si è espansa al ritmo più basso degli ultimi 25 anni, e il calo del petrolio.
Il quadro che ne viene fuori è poco confortante. Almeno per l’economia globale, le cui stime di crescita sono state riviste al ribasso da 3,6% a 3,4% per quest’anno e da 3,8% a 3,6% per il prossimo. A pesare il rallentamento della Cina, i prezzi più bassi delle commodity e l’uscita dalle misure monetarie non convenzionali negli Usa.
Per impedire un deragliamento della ripresa, i governi devono aumentare i finanziamenti pubblici, secondo l’istituto di Washington.
Quanto alla zona euro, rimangono evidentemente chiare pressioni deflative che fanno prospettare una nuova mossa espansiva da parte della Bce. Tuttavia il quadro complessivo risulta più positivo rispetto a quello precedente, delineato lo scorso ottobre. In base alle ultime stime, la crescita dell’area euro nel 2016 dovrebbe salire al +1,7%, +0,1 punti percentuali rispetto alle stime di ottobre.
Confermate le stime di crescita per l’Italia al +1,3% nel 2016 e al +1,2% nel 2017. Il pil dell’Italia e’ cresciuto dello 0,8% nel 2015.
Il Fondo taglia invece le previsioni per gli Stati Uniti, che cresceranno del 2,6% nel 2016, -0,2 punti percentuali e del 2,6% nel 2017, -0,2% punti percentuali.
E ancora. Reiterate le previsioni sulla Cina, che crescerà del 6,3% nel 2016 e del 6,0% nel 2017. L’economia della Russia si contrarrà quest’anno più del previsto, con il pil in calo dell’1,0%, per tornare a crescere nel 2017. Le economie emergenti e in via di sviluppo rallentano per il quinto anno consecutivo, con la crescita al +4% nel 2015, il livello piu’ basso dal 2008-2009.