In seguito all’esplosione di un gasdotto a Baumgarten (Austria) l’Italia ha annunciato l’arrivo lo stato di emergenza energetica, mentre il prezzo del gas all’ingrosso è già salito dell’87% a 44,5 euro a megawatt ora. Il gasdotto austriaco, infatti, ha bloccato le forniture dirette verso la Penisola e provenienti da Russia e Norvegia. Da sola, questa struttura, conduce metà del gas importato dall’Italia. Lo stato d’emergenza mette in campo razionamenti energetici e l’utilizzo delle scorte per fronteggiare repentini cali nell’offerta di gas.
Il prezzo del gas naturale era già cresciuto nelle scorse settimane in seguito a un’altra conduttura bloccata, proveniente da Germania e Olanda. Nei primi dieci mesi del 2017 sono stati consumati in Italia 57,5 miliardi di metri cubi di metano: solo 4,5 milioni di essi provengono da produzioni nazionali, mentre il resto è importato dall’estero. Da Baumgarten sono transitati, all’ottobre 2017, 24,5 miliardi di metri cubi di gas (il 5,9% in più rispetto all’anno scorso).
L’esplosione avvenuta nell’impianto, che si trova al confine con la Slovacchia, ha ucciso una persona ferendone una decina. Inaugurato nel 1959, il gasdotto è fra i maggiori hub europei per la trasmissione del gas proveniente dalla Russia. Le partecipazioni della società che lo gestisce sono, riferisce il Sole 24 Ore, Ömv (65%), Wiener Börse (20%) ed Eustream (15%).
Dopo Baumgarten, il gas importato dall’Italia proviene in massima parte dall’Algeria (14,8 miliardi di metri cubi) seguita a distanza dall’Olanda e dalla Libia.
“Se avessimo il Tap oggi non dovremmo dichiarare, come invece faremo oggi, lo stato di emergenza gas a causa dell’incidente in Austria”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, approfittando della situazione per sottolineare l’importanza di un’opera pubblica duramente contestata dalla popolazione pugliese. Il Trans Adriatic Pipeline è una conduttura che, una volta ultimata, collegherà l’Azerbaigian all’Italia, attraverso la Puglia, ove il cantiere è già stato aperto.
“Abbiamo un problema serio di dipendenza dalla Russia, per quanto riguarda le forniture di gas. E in Puglia c’è chi fa la guerra al Tap, invocando addirittura il sabotaggio, con il governatore Emiliano che, anche lì, ha fatto ricorso al Tar e l’ha perso”, ha rimarcato Calenda.