Nel secondo trimestre dell’anno c’è il 65% delle probabilità che il Pil si contragga. La stima relativamente elevata è quella che fornisce l’Istat nel suo Rapporto annuale illustrato in Parlamento del presidente Gian Carlo Blangiardo.
L’istituto nazionale di statistica spiega come la stima della probabilità di contrazione del Pil per “il secondo trimestre sia stata ottenuta con una procedura che permette di individuare i settori manifatturieri con caratteristiche leading rispetto al ciclo economico”. Come ha precisato il direttore del dipartimento per la produzione statistica Roberto Monducci non è una previsione in senso stretto quanto una metodologia che indica una predizione qualitativa
“La stima effettuata ha indicato che la probabilità di contrazione del Pil nel secondo trimestre è relativamente elevata: 0,65 su una scala che ha valore zero per la situazione di espansione e valore 1 per quella di contrazione dell’economia.
Il quadro economico e sociale italiano, sottolinea l’ISTAT, è caratterizzato dal persistere di incertezze sugli sviluppi a breve dell’economia e da problemi strutturali che incidono sul potenziale di crescita e sulle condizioni di sostenibilità di medio e lungo termine del Paese.
Il rallentamento dei consumi ha sotteso modifiche nei comportamenti delle famiglie, sia nella composizione della spesa in termini di qualità dei prodotti sia rispetto ai canali distributivi utilizzati, con l’intento di conseguire vantaggi in termini di prezzo e mantenimento del tenore di vita. La situazione delle famiglie italiane in termini di attività reali e finanziarie è migliorata, dopo un triennio di risultati negativi, confermando una rilevante specificità del nostro Paese nel panorama europeo: la ricchezza netta, alla fine del 2017, è risultata pari a 8 volte il loro reddito disponibile, un rapporto più elevato di quello osservato nei principali paesi europei.