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Alert: la Fed vuole una stretta sulla bolla dei derivati

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New York – Una nuova norma che, se approvata, andrebbe a regolare non tanto Wall Street, ma Main Street. E’ la proposta annunciata da Federal Reserve, Fdic (Federal Deposit Insurance Corp.) e da altre autorità Usa di regolamentazione e controllo del sistema bancario, contro cui si stanno ribellando le imprese manifatturiere, i produttori energetici e di automobili, ma anche le compagnie aeree e moltre altre grandi aziende americane.

La norma, infatti, se applicata, si tradurrebbe in un aumento dei costi per fare hedging tramite l’utilizzo di derivati, al fine di tutelarsi contro la volatilità dei prezzi delle commodities, che tanto influenzano i vari settori industriali.

Già lo scorso anno, colossi del calibro di Caterpillar e Ford, insieme ad altre aziende, protestarono contro il tentativo del Congresso Usa di regolamentare tale fetta del mercato dei derivati, valutata in complesso l’enorme cifra di $583 trilioni (cinquecentottantatremila miliardi di dollari). Allora, le loro proteste vennero accolte, in quanto i membri del Congresso stabilirono che le società che non appartengono al settore finanziario non hanno l’obbligo di rispettare la richiesta di garantire i loro trading sui derivati con contante o con altri tipi di asset.

Ma ora l’incubo torna a colpire Main Street. Secondo le autorità, infatti, le banche dovrebbero imporre alcune soglie ai propri clienti, nel caso in cui le operazioni di trading sui derivati divenissero troppo rischiose. La proposta viene spiegata con la necessità di prevenire il remake del panico che accompagnò il collasso del colosso assicurativo American International Group, il crack di Lehman Brothers, fenomeni che scatenarono la crisi finanziaria e la Grande Recessione mondiale del 2008-2009.

In realtà, secondo fonti sentite dal Wall Stret Journal, la norma non avrebbe effetti invasivi sui settori industriali, in quanto la maggior parte delle operazioni di trading sui derivati non dovrebbe essere garantita da alcun tipo di garanzia sotto forma di cash. Ma le aziende interpellate sono comunque spaventate, in quanto temono che le autorità potrebbero, col tempo, cambiare i parametri o fare anche indirettamente pressioni sulle banche affinché esse abbassino le soglie consentite per attivare tali operazioni.

Per le aziende americane, fare ricorso al trading sui derivati a fini di hedging è essenziale. Il gigante delle birre MilleCoors utilizza infatti tali strumenti per fare hedging contro la volatilità dei prezzi in settori come l’alluminio, l’energia e il luppolo. Le compagnie aree, poi, utilizzano gli swap per difendersi dalle fluttuazioni dei prezzi del carburante.

Forte è la protesta dell’associazione che rappresenta gli utilizzatori finali del mercato dei derivati, ovvero la Coalition for Derivatives End-Users, a cui appartengono società come Caterpillar, Ford, MillerCoors, Boeing, Duke Energy e Procter & Gamble. Secondo tale gruppo, stando al Wall Street Journal, le autorità di regolamentazione non hanno alcun potere di imporre tali richieste. Le proposte, ha affermato, sarebbero pagate alla fine dal “mercato del lavoro e della crescita dell’economia Usa”.