Alert, mercato manipolato. La Bce interviene per spiazzare la speculazione anti-euro
Lo scenario sui mercati finanziari si e’ ribaltato in pochi minuti, per un improvviso, disperato, massiccio intervento della Banca centrale europea (non confermato ufficialmente ma confermato dai trader del forex) aiutata da altre banche centrali del G8. Cio’ ha fatto impennare in verticale l’euro che stava crollando a candela con conseguenze troppo serie per l’Europa (vedere grafico in home page); per cui le borse, a cominciare da Wall Street che aveva aperto in forte ribasso, hanno visto riprendere il flusso di buy. L’euro e’ rimbalzato di 240 punti base – un mercato cosi’ smaccatamente manipolato dai governi e autorita’ monetarie non lo si era mai visto in Europa – la moneta unica e’ salita da 1.2111 (minimo di 4 anni: dal 14 aprile 2006) a un top di 1.2353, per poi calare di nuovo a 1.2286.
Non incidentalmente, la Bce nel suo report sulla stabilità finanziaria ha scritto che l’aumento del costo del finanziamento, dovuto alla crisi del debito sovrano nell’area euro, avrà un impatto negativo sulla ripresa e sulla crescita potenziale dell’area e questo si rifletterà anche sul sistema finanziario. Secondo il rapporto, le banche di Eurolandia per il 2010 e 2011 dovranno affrontare NUOVE svalutazioni per 195 miliardi di €.
L’idice Markit iTraxx Financial dei CDS (credit default swaps) sui 25 maggiori gruppi e assicurativi bancari e’ salito di 14 punti base a 174, il maggior incremento in tre settimane, secondo JP Morgan Chase. Di qui la prova di forza delle Banche a mercati aperti, per evitare il peggio, e volta esclusivamente a respingere la speculazione anti-euro che vede enormi crepe nel sistema. Anche l’attacco ai CDS Italia della mattina e’ il chiaro disegno tattico di una piu’ ampia strategia che certo non si fermera’ alla giornata odierna. L’intervento comunque ha fatto si’ che tutti i mercati finanziari globali si siano rigirati nel giro di 1/4 d’ora: il petrolio ha invertito la rotta a $74, totalmente spiazzati gli short sull’azionario e soprattutto il mercato dei bond controllato dai “vigilantes”, con il conseguente forte calo dei prezzi dei Treasury Usa e il rialzo dei rendimenti sull’asset che negli ultimi giorni era stato l’unica ancora di salvezza per i capitali in cerca di rifugio.
Il corollario: non sono mercati per vedove ed orfani. Sono troppo manipolati per consentire disattenzioni o intuizioni di investimento da dilettanti. Noi di WSI facciamo del nostro meglio per tenervi informati in tempo reale. E apparentemente ci riusciamo, a giudicare dal forte aumento di accessi al sito e dalle email che ci arrivano. A chi ci accusa pero’ di avere “secondi fini” o di fare del terrorismo finanziario, solo perche’ raccontiamo quel che in Italia i grandi media non possono e non vogliono raccontare, a costoro diciamo: se ancora non lo sapete, imparate come funziona questo giocattolo globale, il capitalismo guidato dai governi, cari gestori naive, probabilmente perdenti e sicuramente iper-conservatori. (l.c.)
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Dopo un’ora dall’avvio delle contrattazioni gli indici americani dimostrano la volonta’ di un riscatto, complici i dati macro odierni migliori delle attese. Cambia repentinamente lo scenario con gli ordini di acquisto che si concentrano su cio’ che prima era venduto.
Il Dow avanza dello 0.50% a 10188 (+52 punti), il Nasdaq segna un +0.79% a 2275 (+18 punti), l’S&P 500 mette a segno un incremento dello 0.40% a 1094 (+4 punti).
Per il momento, dunque, gli operatori sembrano accantonare la delusione, arrivata dall’andamento del settore manifatturiero cinese e il conseguente peggioramento dell’umore tra gli operatori in generale sulla ripresa economica globale.
Il miglioramento dell’azionario Usa e’ legato all’Ism manifatturiero di maggio che, per quanto in calo, e’ leggermente migliore delle stime. Massimi dal 2000, poi, per la spesa per le costruzioni ad aprile, crescita del 2.7% a $869 miliardi.
Il nuovo mese, almeno per il momento, vuole iniziare in modo migliore rispetto a quanto indicato in apertura, dopo un maggio che ha visto l’S&P 500 perdere l’8.2% mettendo a segno il peggior mese dal febbraio 2009 mentre il Dow ha registrato la peggior performance dal 1940.
I derivati americani aiutano le piazze europee a risollevarsi mentre continua ad essere preoccupato il docente della New York University Nouriel Roubini; riferendosi al caso Cina, ma non solo – l’alert riguarda infatti i paesi emergenti Bric – Roubini ha infatti avvertito sui rischi di un surriscaldamento dell’economia anche in Brasile ed India.
Tra i titoli in movimento, attenzione al crollo dell’11% di BP dopo l’ennesimo tentativo fallito di fermare la marea nera che dallo scorso 20 aprile si riversa nel Golfo del Messico. Si tratta della maggior flessione dal 1992.
Hewlett Packard (partita con un -0.4% ora segna +0.13%) ha annunciato l’avvio di un programma di automatizzazione delle sue banche dati rivolte alle aziende del costo di circa $1 miliardo. Il piano prevede un taglio della forza lavoro di circa 3000 unita’ nel corso degli anni. Come risultato, Hp prevede risparmi lordi annuali pari a $1 miliardo
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio cambiano rotta. I futures con consegna giugno segnano un rialzo di $0.32 attestandosi a quota $74.29 al barile (+0.43%). Sul valutario la moneta unica recupera quota a $1.2311 (+0.04%). L’oro sale di $13.50 (+1.11%) in area $1228.50. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.2740% dal 3.3010% di venerdi’.