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Alert Moody’s su Italia: “piano incompleto”, non credibile

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ROMA (WSI) – Un altro brutto colpo per Renzi dopo il calo dei consensi del PD alle regionali, per lo meno rispetto alle europee.

Secondo Moody’s i governi della cosiddetta periferia dell’Eurozona – l’area più indebitata del sud – “hanno fatto molto ma i piani di consolidamento di bilancio e riforme restano incompleti, specialmente in Italia”.

Inoltre, il crescente sostegno manifestato verso “partiti populisti, anti-europei e ostili” a tali processi potrebbe spingere le forze di governo in Italia e Francia a ridurne “l’ampiezza, la portata e la profondità” delle riforme necessarie.

Roma e Parigi aspettano con il fiato sospeso il verdetto di Bruxelles sulle rispettive leggi di bilancio per il 2015, in arrivo venerdì 28 novembre.

Sempre secondo l’agenzia di rating le minori ambizioni riformatrici di Italia e Francia minacciano la crescita futura e lasciano i Paesi più vulnerabili ai mercati. Tutti si ricorderanno l’attacco che Roma ha subito sui mercati alla fine del 2011: in novembre lo Spread ha toccato il picco dei 575 punti base e il Btp decennale rendeva oltre il 7%.

Le riforme che il premier vuole varare sono ambiziose, ma la crisi dell’area euro e il contesto economico difficile rischiano di compromettere il lavoro del governo.

L’agenzia americana rileva dei rischi provenienti dai ‘populismi’. Alle regionali la Lega Nord, partito dichiaratamente anti europeista, ha fatto il botto guadagnando oltre il 19% dei voti in Emilia Romagna. Un altro dato preoccupante riguarda i livelli altissimi di astensione, a dimostrazione di una disaffezione della gente per la politica. In particolare nelle regioni le classi dirigenti pagano certamente i tanti scandali e sprechi venuti alla luce negli ultimi anni.

“I principali paesi europei come Francia e Italia – scrive l’agenzia – hanno già ridotto il loro impegno a mantenere il ritmo delle riforme strutturali e a proseguire con il consolidamento dei conti pubblici”.

“Oltre a minare le future prospettive di crescita, il minore appetito per le riforme lascia i singoli Stati dell’area euro molto più vulnerabili a cambi di umore degli investitori”.

Moody’s inoltre segnala come l’Italia, a fronte delle ampie esigenze di rifinanziamento, quantificate pari al 29% del Pil l’anno prossimo, resti uno dei Paesi più esposti a un cambio di direzione degli investimenti, sebbene in misura inferiore alla Spagna dove la quota di debito pubblico in mano agli esteri è maggiore (41% contro 34%).

Per gli osservatori dell’Ocse la decisione di Roma e Parigi di rallentare il percorso di aggiustamento dei conti concordato con l’Europa, per evitare una nuova contrazione fiscale che avrebbe depresso ulteriormente l’attività economica dei due paesi, è un’opportunità da cogliere al balzo.

L’Italia ha rinviato dal 2015 al 2016 l’obiettivo di deficit strutturale vicino a zero mentre la Francia ha fatto slittare di due anni, al 2017, la riduzione del rapporto deficit/Pil sotto il limite europeo del 3%.

(DaC)