“Gli Stati Uniti non vorrebbero venire meno ai loro impegni sul debito emesso, ma se una brutta conflagrazione avvenisse [con la Cina], allora tutti gli asset cinesi negli Stati Uniti potrebbero essere annullati”. E’ evocando questo genere di scenario che l’ex governatore della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, spiega perché diverse banche centrali nel mondo stanno aumentando le proprie riserve in oro.
In un’intervista rilasciata nell’ultimo numero di Gold Investor, King afferma di “capire perché” molte banche centrali in Asia e Sud America stanno aumentando la loro esposizione verso l’oro: “Chi può sapere cosa riserva il futuro”, si chiede, facendo notare in ogni caso che la Cina e gli altri Paesi non vogliono trovarsi in una situazione nella quale tutti i loro asset internazionali dipendano dagli Stati Uniti”.
A suo avviso, gli asset Usa in mano alla Cina potrebbero essere a rischio. D’altronde, il vero porto sicuro non sono i Treasuries americani: infatti, “quando accadono cose inaspettate, in particolare quando i governi cadono o emergono, l’oro è un pagamento che tutti sono pronti ad accettare”.
Sono affermazioni non distanti da quelle di un illustre collega di King, l’ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan, che aveva ammesso come l’oro fosse “una valuta” che nessuna “fiat currency, incluso il dollaro, può eguagliare”.
Certo è che la preferenza per l’oro aumenta assieme alle paure per il futuro: tanto più le prospettive sono catastrofiche (e per immaginare “l’annullamento” degli impegni del Tesoro Usa ce ne vuole) tanto più cresce il bisogno di una moneta spendibile qualunque cosa accada. Ma cosa potrebbe innescare nel prossimo futuro una crisi così profonda?
King, affrontando di petto le scelte dei colleghi delle banche centrali, osserva con preoccupazione la crescita dei livelli d’indebitamento dopo la crisi finanziaria: “Se prima della crisi avevamo troppa spesa e troppo debito, ora ne abbiamo anche anche di più”, dice King . In particolare, la politica monetaria espansiva, “compra tempo in attesa che i politici facciano la cosa giusta”, ma i tassi ultra bassi o negativi tendono a peggiorare lo squilibrio tra risparmio e spesa: “tanto più a lungo la spesa domestica eccede l’output potenziale, più sarà necessario prendere a prestito dal resto del mondo per finanziarla. La gente si sveglierà nel capire che questo è insostenibile e si verificherà un duro aggiustamento verso il basso”, ammonisce King, che si unisce al numero dei grossi nomi della finanza che in questi mesi hanno paventato guai in arrivo per l’economia mondiale.
Sulla “conflagrazione” che potrebbe tradursi in un annullamento del valore degli asset Usa detenuti dalla Cina, King sembra suggerire – ma non lo afferma esplicitamente – la minaccia di una guerra tra gli Stati Uniti e la Cina. In una situazione del genere, potrebbero essere gli stessi Stati Uniti a cancellare i Treasuries Usa che la Cina detiene, decidendo in via unilaterale di non rimborsarli.