Economia

Alessandra Collini: storia di una giovane consulente finanziaria

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Su carta ci separano migliaia di chilometri, in realtà è bastato un trillo per accorciare le distanze. “Buongiorno Ilaria, che bello conoscerti” risponde una voce squillante e a dir poco contagiosa dall’altra parte dello smartphone; “Piacere tutto mio, cara Alessandra” rilancio. Alessandra Collini è una mia coetanea; qualcuno potrebbe additarla come “figlia d’arte” in realtà è una consulente che ha scelto questa professione ancora laureanda perché ha una sua personalissima missione da compiere.

  • Da quanto tempo svolgi la professione di consulente?
    Era l’anno 2009, avevo 23 anni quando ho deciso di intraprendere questa professione. Ho vissuto indirettamente anche casi di “finanza tradita”, episodi in cui risparmiatori han perso tutto a causa di terzi e che a lungo andare han alimentato in me l’amore per questo lavoro, la voglia di farlo in modo etico e trasparente, di rendere soprattutto “consapevoli” gli ignari investitori.
  • Quanto hanno inciso i tuoi genitori nella scelta di questo percorso?
    Sicuramente sono stati una guida verso la scelta. Quando aleggiava la possibilità di intraprendere questa carriera, stavo ancora frequentando in Scienza della moda e del costume, ero affascinata haute couture e il bel stile. Galeotto fu il primo IT Forum al quale mi accompagnò mio padre all’età di 20 anni. Mi innamorai. Da quel momento in poi ho intrapreso un percorso personale costellato da varie tappe formative, primo fra tutti un Master di Consultique a Verona nell’anno 2009/2010.
  • Si dovrebbe sensibilizzare maggiormente sulla figura del consulente finanziario o dell’educatore finanziario? In che modo è possibile incentivare la cultura finanziaria?
    Quando mi interfaccio con i miei clienti educazione e pianificazione vanno di pari passo, è impossibile scindere le due attività. Credo sia così importante questo passaggio al punto tale che ho deciso di acquisire la certificazione di educatore finanziario. Nel concreto, insieme ad una amica sociologo forense, abbiamo creato un sito “Lo scrigno protetto” per aiutare tutte le donne vittime di violenza domestica ed economica e far capire quanto sia fondamentale l’indipendenza e pianificazione economica.
  • Da un punto di vista squisitamente comunicativo, hai adottato una chiara strategia?
    Agli esordi ho rotto il ghiaccio con le rinomate (per gli addetti ai lavori) “chiamate a freddo”. Successivamente, lavorando anche nel pubblico, ho deciso di sfruttare l’ulteriore posizione lavorativa per raccattare appuntamenti. I guadagni – almeno agli inizi – non sono sufficienti, sappiatelo; ci vuol grinta, passione, empatia e umiltà per affermarsi. Ho investito molto su me stessa: ho seguito un corso di business coaching, ho conseguito vari master, ho redatto un libro; ma ho anche cercato di sensibilizzare e rendere partecipe quanti più contatti possibili con seminari, eventi mirati, incontri a tema, newsletter. Il cliente deve percepire che sei al suo fianco. Con i miei clienti personalmente ho instaurato un rapporto di fiducia, di amicizia a volte, che va oltre la stima professionale. Oggi posso dire fieramente di lavorare solo su referenze.
  • Per segnare il perimetro del tuo operato, hai deciso di interloquire con un determinato target: le donne. Come?
    Per vicissitudini personali, il mondo femminile è un argomento che ho particolarmente a cuore. Per tale motivo ho redatto un libro dal titolo “Il filo di perle”, un libro tutto al femminile per raccontare come in questi anni il ruolo della donna in Italia sia profondamente cambiato.
  • Il tuo libro si apre con un tuffo nel XIX secolo in cui racconti la condizione della donna e la sua funzione in quegli anni. Nel corso della storia si assiste ad una lenta evoluzione della posizione sociale della figura femminile. Quale il nuovo ruolo?
    La donna rispetto al passato ha compiuto passi avanti. La netta separazione dei ruoli all’interno di un contesto socio-politico ha portato al raggiungimento della parità dei diritti, all’emancipazione femminile. Le donne oggi vivono meglio, riescono ad affermarsi nel mondo lavorativo, a contribuire economicamente al mantenimento della famiglia, hanno la possibilità di studiare, viaggiare, ecc. Nonostante l’acquisizione di questo nuovo ruolo sociale esistono ancora delle discriminazioni.
  • Perché è fondamentale che le donne valutino con largo anticipo la pianificazione finanziaria?
    Credo che una donna dovrebbe affidarsi ad un consulente dopo la ricezione del suo primo stipendio. Quel che noto oggi è una riluttanza nel farlo soprattutto tra i giovani: le nuove generazioni non hanno voglia di accantonare anche piccole somme. Le giovani coppie non hanno intenzione di valutare banalmente un piano di accumulo, “non ne sentono l’esigenza” è quel che mi vien riferito. Una prassi errata che noi consulenti dobbiamo avere il coraggio di cambiare.
  • E’ vero che le donne “spendono di più” e investono meno? Retaggio culturale?
    Tendenzialmente, parlo ovviamente per esperienza personale, le donne lasciano molta liquidità sul conto, sono più conservatrici rispetto agli uomini; inizialmente sono addirittura ostili soprattutto se adotti tecnicismi. Da quando ho trovato una formula semplice, attraverso l’uso delle metafore ad esempio, sono riuscita ad “ammorbidirle” e hanno iniziato ad investire, anche parecchio.
  • Nella tua attenta indagine dell’universo femminile, hai avuto modo di intercettare una donna-manager a capo di una impresa o attività di rilievo in Italia?
    All’inizio della mia carriera lavorativa ho incontrato imprenditrici che senza remore han voluto le seguissi per diversificare il proprio portafoglio. Negli anni ho scoperto che quel che accomuna questa tipologia di donne, soprattutto le libere professioniste, è la presenza di una figura al maschile (il padre, il marito, il commercialista) che in qualche modo ostacola o devia le loro scelte finanziarie. Mi è dispiaciuto non poter collaborare con quel che reputo dei professionisti che dovrebbero coadiuvare il servizio che offre un consulente finanziario.
  • Filo di perle perché…
    La vita è un filo di perle. Giorno dopo giorno dobbiamo pianificare, costruire la nostra vita… che sia un master, un viaggio, un figlio, poco importa, quel che conta è avere un obiettivo. La vita è già così imprevedibile.

 

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