ROMA (WSI) – Con i soldi persi con la compagnia aera di bandiera fallimentare, si potrebbe varare una manovra finanziaria anti crisi. Non è certo con il senno di poi che si fa politica economica, ma non bisogna dimenticare che sebbene dal 2008 Alitalia non esista più, il conto per le casse statali continua a gonfiarsi.
Ad un ritmo di 185 milioni di euro persi l’anno, in 40 anni lo Stato italiano ha dovuto far fronte a 7,4 miliardi di euro di spese – ai valori attuali – per la compagnia di bandiera in crisi.
Sono le rivelazioni di uno studio di Mediobanca, che ha esaminato i conti dal 1974 a giugno 2014. Nell’analisi si sottolinea come con le iniezioni di capitale il governo abbia bruciato nel complesso risorse per ben 13,5 miliardi di euro.
Andando a vedere i diversi periodi storici, il più pesante per le casse pubbliche è stato il settennio ‘commissariale’. Dal 2007 al 2014, infatti, gli oneri sono stati pari a 4,1 miliardi.
A questi vanno aggiunti i 3,3 miliardi di perdite subire tra il 1974 ed il 2007, periodo in cui la gestione era in mano a società pubbliche (tra Iri, Partecipazioni statali e Tesoro).
Ai 7,4 miliardi vanno poi sommati i 6,1 miliardi di euro di rosso nei bilanci fiscali dei 40 anni di vita del gruppo.
Come osserva la banca, è in particolare negli Anni 90 che le perdite sono state ingenti. Dal 1996 in poi, anno della prima perdita monstre da 625 milioni, il saldo è stato negativo per 3,9 miliardi, con un picco al ribasso di -907 milioni nel 2001. “Dei 34 anni esaminati, 20 hanno chiuso in deficit, sommando una perdita pari a 5,1 miliardi”.
Dal 1989 in poi in 15 bilanci su 19 hanno chiuso in perdita netta. La gestione in bonis di Alitalia ha assorbito ben 4,949 miliardi di euro di aumenti di capitale, 245 milioni di contributi e 195 milioni di altri oneri. In totale fanno 5,4 miliardi.
(DaC)