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Alitalia-Etihad, per fortuna arrivano gli arabi. Con il 49%

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ROMA (WSI) – Duemila cinquecento esuberi per far decollare l’Alitalia targata Etihad. Questo il sacrificio che viene chiesto ai lavoratori e che nei prossimi giorni sarà al centro del confronto che si aprirà tra le parti.

E mentre i sindacati restano cauti, in attesa di vedere il Piano industriale che dovrebbe rilanciare la compagnia italiana, torna a farsi sentire l’Europa. Che avverte: il controllo deve restare in mani europee.

In fibrillazione anche le autorità milanesi, che temono per il destino di Malpensa: il Governatore Maroni teme un raddoppio degli esuberi e vede rischi anche per l’Expo.

Le indiscrezioni costringono la Compagnia a intervenire. In serata l’Alitalia ”smentisce categoricamente la notizia di una qualsivoglia volontà di chiudere o ridurre le sue attività all’aeroporto di Milano Malpensa”.

Anzi – aggiunge – c’è l’intenzione con Etihad ”di rafforzare la presenza della compagnia nell’aeroporto di Malpensa attraverso una crescita dell’attività cargo e un incremento dei voli intercontinentali anche in occasione del prossimo Expo”. Incassato l’assenso degli emiratini a proseguire con la fase finale della trattativa, in Alitalia si lavora su vari fronti, per chiudere i dossier aperti. A partire da quello degli esuberi.

Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha messo una parola di chiarezza sui numeri che girano da mesi: gli esuberi stimati sono “tra i 2.400 e i 2.500, almeno dalle risultanze pubbliche”. “Poi si dovrà vedere quando ci sarà la discussione di merito tra le parti”, ha aggiunto il ministro, spiegando che la regia sarà sotto il Ministero dei Trasporti, mentre il Lavoro sarà a disposizione per la parte sugli ammortizzatori sociali.

I sindacati, in attesa di una convocazione che probabilmente arriverà per la prossima settimana, non si sbilanciano. “Continuo a leggere i giornali, finché non avremo preso visione del piano industriale non faremo alcun commento”, afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

“Quando saremo in grado di capire se l’azienda ha un futuro e quali conseguenze può avere sull’occupazione daremo il nostro parere”, dice anche il leader della Uil Luigi Angeletti. Più nervose le sigle di categoria.

Il segretario nazionale della Filt Cgil, Mauro Rossi, dice no ai licenziamenti e chiede “un confronto su piano o saranno guai”. E la Uiltrasporti lancia l’allarme piloti che, preoccupati dagli esuberi e allettati dalle compagnie straniere, stanno lasciando Alitalia in numero crescente: in un anno ne sono usciti un centinaio e nelle ultime settimane si registrano 4-5 dimissioni volontarie a settimana, spiega il coordinatore piloti Ivan Viglietti.

L’altro dossier su cui si continua a lavorare è quello del debito: la rinegoziazione dovrebbe riguardare 565 milioni, ma non è ancora chiaro in che misura verrà cancellato o convertito (si dice un terzo e due terzi, ma su questo si starebbe ancora discutendo).

Il numero uno di Intesa Carlo Messina, che sta aspettando di vedere i termini di cui si parla nella lettera inviata da Etihad, fa sapere che “se ci sono delle condizioni che rappresentano una prospettiva favorevole per l’azienda, le valuteremo”. Facendo intendere quindi che i giochi non siano ancora chiusi. Messina ribadisce inoltre che Intesa, che è primo azionista con il 20,59%, garantirà la stabilità nella fase iniziale ma poi dismetterà la propria quota in Alitalia. L’Europa intanto non smette di seguire la vicenda e avverte. “La maggioranza della compagnia aerea deve essere in mani europee, così come il suo controllo. In caso contrario l’Italia violerebbe il regolamento 1008/2008”, ha detto il portavoce del commissario Ue ai Trasporti Kallas su Alitalia-Ethiad, rimandando alle autorità italiane il compito di “valutare e garantire il rispetto della norma”.

A rassicurare la Commissione proverà il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che sarà a Bruxelles per una serie di incontri. Intanto i vertici della compagnia tengono i contatti con il Governo perché il tutto proceda senza intoppi. Oggi l’a.d. e il presidente, Gabriele Del Torchio e Roberto Colaninno, secondo quanto si apprende, hanno incontrato Fabrizio Pagani, ora a capo della segreteria tecnica del Tesoro, ma che da tempo segue questa vertenza, da quando era consigliere economico di Palazzo Chigi con il Governo Letta: obiettivo dell’incontro, fare il punto alla luce della lettera inviata da Etihad. (ANSA)