Il marchio Alitalia è in vendita. L’ex compagnia di bandiera in amministrazione straordinaria ha pubblicato su diversi quotidiani l’invito agli interessati in merito alla gara per la cessione del brand Alitalia.
La gara per aggiudicarsi il brand Alitalia si svolgerà in due fasi, con anche la possibilità di rilancio del prezzo. Il prezzo a base è pari a 290 milioni di euro, oltre Iva e oneri fiscali ai sensi di legge e il marchio sarà reso disponibile all’aggiudicatario entro il 31 dicembre 2021. Come si legge nell’avviso in cui i commissari invitano i soggetti interessati a formulare la propria offerta:
Nell’ambito della procedura di amministrazione straordinaria di Alitalia Sai, i commissari straordinari intendono procedere alla cessione del brand ‘Alitalia. La versione integrale dell’invito, con modalità, termini e condizioni verrà pubblicata sul sito web www.amministrazionestraordinariaalitaliasai.com, su cui al momento il bando non è ancora disponibile.
La procedura di cessione del brand Alitalia “sarà aggiudicata provvisoriamente sia nella prima fase che nella seconda fase al prezzo più elevato offerto anche a seguito delle offerte di rilancio (…) Gli esiti della procedura si precisa, “saranno sottoposti al Ministero dello Sviluppo Economico e diventeranno efficaci e definitivi solo successivamente al rilascio da parte del Mise della prescritta autorizzazione, anche tenuto conto della congruità del prezzo offerto”. In caso di aggiudicazione, il concorrente dovrà impegnarsi “a non utilizzare il brand in modo contrario alla legge o all’ordine pubblico e, in ogni caso, a non utilizzare il brand per attività ovvero per forme di comunicazione che possano recare pregiudizio all’immagine di un qualunque Stato membro dell’Unione Europea, in ambito economico, culturale, turistico e trasportistico”. E anche dovrà presentare, insieme all’offerta vincolante, un “deposito cauzionale” pari a 40 milioni.
Il 15 ottobre decolla Ita
Intanto il 15 ottobre, la data prevista per l’avvio dei voli di Ita, si avvicina. Secondo i piani della nuova compagnia le attività saranno avviate con 2.800 dipendenti e l’organico sarà composto valutando anche le candidature all’assunzione eventualmente presentate dagli attuali dipendenti di Alitalia Sai. Il piano prevede poi che la società possa successivamente incrementare l’organico iniziale, fino al raggiungimento del numero complessivo massimo di circa 5.750 dipendenti nel 2025. Al termine del confronto sindacale Ita procederà poi all’acquisizione di cespiti “materiali e immateriali” di Alitalia ”strettamente connessi all’attività aviation e comprensivi di un numero complessivo di 52 aerei.
Le caratteristiche dei velivoli ricercate da Ita per i nuovi mezzi sono: doppio corridoio; tre classi di servizio e aumento dei posti disponibili in Business e Premium. Su rotte brevi o medie si punterebbe ad avere un numero di sedili simile a quello delle low cost. In sostanza tre classi di servizio sugli aerei dei voli intercontinentali – Business, Premium economy, Economy – aumento dei velivoli a disposizione, più sedili e sostituzione dei mezzi con altri di nuova generazione che inquinano meno.
Nel 2022 la flotta potrebbe passare da 52 a 78 aerei, di cui 10 regionali, 55 a corridoio singolo e 13 jet per voli intercontinentali. Entro il 2023 si aumenterebbe ancora del 28% fino a 100 velivoli e nel 2024 e 2025 dovrebbero arrivare altri 5 aerei, a corridoio singolo. I biglietti di Ita potranno essere acquistati sul sito www.itaspa.com (ad oggi non ancora funzionante), nelle agenzie di viaggio e nelle biglietterie aeroportuali. Contemporaneamente Alitalia, che non venderà più biglietti per voli dal 15 ottobre, invierà una comunicazione diretta, tramite e-mail, ai clienti che hanno acquistato voli in partenza dal 15 ottobre.
Rimane il nodo esuberi e ammortizzatori sociali. I sindacati dicono che si rischiano 7.700 esuberi, perché Alitalia ha 10.500 dipendenti e Ita in partenza intende assumere solo 2.800 addetti, con 52 aerei, meno di metà della flotta di Alitalia pre-Covid. I sindacati chiedono ammortizzatori sociali per tutta la durata del piano, fino al 2025, con la cigs almeno all’80% dello stipendio effettivo. Il governo non ha dato risposte, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, non ha convocato i sindacati.