Anche se a fine maggio Alitalia aveva salutato la prima trimestrale definendola “assolutamente in linea” con le aspettative, mentre il secondo trimestre procedeva in direzione “analoga”, sembra che il pareggio di bilancio previsto per il 2017 sia comunque un obiettivo da ridefinire.
Almeno è questa l’impressione che si trae dalle nuove richieste di sacrifici per i lavoratori impiegati nell’ex compagnia aerea di bandiera: sarebbe un taglio del costo del lavoro del 30%, quello nella mente della società presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, a quanto si legge oggi su Repubblica.
Domani tutte le rappresentanze sindacali, con la presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, incontreranno i vertici di Alitalia per discutere del rinnovo del contratto.
Dopo il ridimesionamento di alcuni benefit che riguardavano il personale in cabina e altre pratiche per le quali Alitalia è stata accusata di aver tirato troppo la corda, si attende per il prossimo 22 settembre uno sciopero di 24 ore, indetto da tutti i sindacati, che bloccherà fortemente i voli della compagnia.
Fra le novità positive per il vettore italo-arabo dovrebbe farsi largo l’introduzione di nuovi aerei e nuove rotte a lungo raggio, il vero zoccolo duro delle compagnie della categoria cui Alitalia appartiene: a novembre è attesa l’apertura del nuovo collegamento diretto fra l’Italia e Cuba, mentre “fino a una ventina di velivoli” per le lunghe tratte dovrebbero aggiungersi alla flotta.
Nel 2015 Alitalia aveva perso in media 500mila euro al giorno; Etihad dovrà ancora operare interventi dimagranti sui costi per raddrizzare la rotta del vettore italiano.