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Allarme debito rientrato, si torna a guardare a droga Fed

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Vediamo analisti che già parlano di quello che potrebbe succedere il prossimo 7 febbraio e continuiamo a sentire voci che non giustificano l’ottimismo che abbiamo visto prezzato ieri in quanto si tratta di una soluzione temporanea che rimanda il problema americano (debito e denaro necessario per far funzionare l’amministrazione pubblica) e tutto questo ci fa venire da ridere. Ridere tanto.

Comprare tempo: lo si fa da tempo

Quello che è accaduto ieri è stato un tipico movimento da “buy the rumor, sell the news”, con i mercati che, dopo aver comprato dollari in maniera pesante sui primi rumors che vedevano possibile un accordo che evitasse il default tecnico dell’America, sono andati a vendere pesantemente il biglietto verde una volta ufficializzato il tutto, grazie anche all’aiuto arrivato da un’agenzia di rating cinese (Dagong) che ha tagliato il merito di credito degli Stati Uniti da A ad A-.

Sarebbe stato possibile non trovare un accordo? Crediamo proprio di no, si sarebbe trattato di eutanasia autoindotta a norma di legge e su questo crediamo di essere stati abbastanza chiari nei giorni scorsi, ora dobbiamo concentrarci su quello che potrebbe avvenire.

Il breve termine

Questo sarà ancora l’orizzonte temporale principe da seguire, a nostro parere, ed è questo il motivo per cui di fronte a certi report ed analisi non ci sentiamo di concordare. Il fatto che tra pochi mesi si dovrà ridiscutere il problema è un’evidenza, ma da qui a febbraio potrà veramente pesare? Noi crediamo di no, tant’è che vi buttiamo sul tavolo una scommessa… vogliamo vedere se da metà di settimana prossima se ne parlerà ancora? Quello che è veramente importante e che sta influendo sui prezzi risulta essere la continuazione del piano di quantitative easing che garantisce iniezioni di liquidità che potrebbero continuare anche con il nuovo presidente della Federal Reserve, che si insidierà proprio prima del 7 febbraio 2014 e questo è in grado di sostenere i corsi azionari che, nonostante la crisi si trovano sui livelli di massimo.

Unico neo, l’oro

L’oro è stato molto contrastato e sulle prime speculazioni di potenziali risoluzioni del debit ceiling non è andato a seguire il valutario scendendo (dunque mostrando un rafforzamento del dollaro americano) il che ci ha fatto capire come si potesse trattare di una situazione come quella descritta poc’anzi. Dopo la firma, la salita è stata in linea con le altre reazioni dei prezzi. Non escludiamo possibilità di discese ulteriori in quanto non ci troviamo di fronte ad una situazione in cui esso potrebbe tornare a vestire le vesti di bene rifugio, ma su un orizzonte temporale pari a qualche giorno potremmo assistere a tentativi di approfondimento a rialzo.

QUADRO TECNICO

EurUsd: ci troviamo sopra la media mobile a 21 periodi che insieme a 1.3650 potrebbe risultare un buon supporto sul quale valutare acquisti di moneta unica europea, tenendo conto che in caso di formazione di massimi non superiori a quelli visti ieri sera è possibile valutare ripiegamenti verso 1.3610 nel momento in cui 1.3640 non dovesse tenere. In caso di approfondimento oltre i massimi è possibile assistere al raggiungimento di area 1.3710 che se superato di una ventina di punti potrebbe portare a d accelerazioni verso 1.3800.

UsdJpy: ci troviamo vicini ad aree di resistenza rappresentate dagli ultimi massimi e dalla media a 100 periodi. Tra 98.00 e 98.25 è possibile pensare di impostare delle vendite di dollaro considerando che un ritorno sopra 98.35 potrebbe lasciare spazio a riprese dei prezzi verso 98.60. Un ritorno sotto i minimi di 97 ¾ si rende necessario per approfondimenti verso 40 (operativamente l’area di 60 potrebbe essere quella sensibile).

EurJpy: siamo sopra la media a 21 oraria e l’area di 132.85 potrebbe rappresentare un buon supporto sul quale valutare eventuali estensioni dei prezzi oltre i massimi, che se non superati di almeno un quarto di figura potrebbero rappresentare una falsa rottura. Sotto 133.70 lo scenario potrebbe girare a ribasso, con eventuali potenziali accelerazioni verso 133.45.

GbpUsd: sterlina che potrebbe tentare di rompere i massimi della notte con potenziali estensioni pari all’altezza della congestione formatasi. Sopra 1.6190 è possibile assistere ad accelerazioni che potrebbero spingersi oltre la figura, con 1.6230 come potenziale target ed in caso di ritorno sotto i minimi si rende necessario un approfondimento sotto 1.6130 prima di valutare il più importante supporto posto intorno a 10.

AudUsd: potenziali estensioni anche sull’australiano che potrebbe tentare di superare i massimi formatisi ieri pomeriggio. La correzione si è fermata sopra la media a 21 oraria e 0.9670 potrebbe rappresentare un buon livello da valutare per ulteriori estensioni verso 0.9700. Scenari che contemplano un reverse di mercato sono difficilmente valutabili, se non sulle resistenze per il buon R/R offerto.

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