Economia

Alluvione Emilia Romagna, quanto costa la ricostruzione?

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Dopo l’alluvione, per l’Emilia Romagna è tempo della conta dei danni e della ricostruzione. Ieri c’è stata la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella regione, dopo aver lasciato in anticipo il G7 in Giappone. La premier ha promesso “risposte immediate” e ammesso che occorrono “molte risorse” per riparare i danni. Tra le aree più colpite ci sono le province di Forlì, Cesena e Ravenna. Vediamo quanto potrebbe costare la ricostruzione.

I costi della ricostruzione in Emilia Romagna

Per domani è convocato il consiglio dei ministri che discuterà dei danni e degli aiuti da distribuire. Oggi la premier ha fatto sapere che passerà tutta la giornata con i ministri per ottimizzare i provvedimenti. Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha chiesto “rimborsi al 100% come fu per il terremoto. Poi serve la ricostruzione materiale di ciò che ha ceduto: oltre 600 strade, 300 frane attive. La collina e la montagna non andranno dimenticate, sono franati interi boschi e poi servono norme primarie e procedure speditive”.

Secondo le indiscrezioni, l’intervento del governo a sostegno della regione che sarà discusso nel consiglio dei ministri di domani si basa su due fasi. Innanzitutto, saranno stanziati 100-200 milioni di euro per i soccorsi immediati e l’emergenza. Si pensa di seguire il modello Covid, rendendo gratuito l’accesso ai prestiti del Fondo Centrale per le Imprese alle quali le aziende si sono affidate anche durante la pandemia.

Poi ci sarà la ricostruzione vera e propria. Ancora non ci sono cifre precise sull’entità delle risorse necessarie. Per ora si sa che potrebbero essere compresa tra 4 e 8 miliardi di euro.

I fondi per la ricostruzione

Le risorse necessarie sono ingenti, ma dove recuperarle?

La premier esclude l’ipotesi che possano essere impiegati a tal fine i fondi del Pnrr. Sul tema, ricordiamo che Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari europei, ha detto che occorre smantellarlo e cambiarne radicalmente gli obiettivi, che erano stati previsti due anni fa e che ora a suo avviso risultano essere superati dagli eventi. Meloni suggerisce l’utilizzo del fondo europeo di solidarietà. L’aiuto potrebbe arrivare fino a 300 milioni. Ma per ottenere i soldi servirà una mappatura dei danni. Ad oggi è prioritario censire tutti gli edifici colpiti e valutare quali possano essere sistemati e quali abbattuti, con tutti i costi del caso. Seguiranno valutazioni simili sulle strade. Inoltre, andranno gestiti anche gli smottamenti creati dalle frane.

Qualche risorsa per la ricostruzione potrebbe provenire anche da una serie filatelica con sovrapprezzo, promossa dal ministro Adolfo Urso.