MILANO (WSI) – È il momento propizio per tornare ad investire nel mercato immobiliare italiano. Ne sono convinti i legali dello studio Carnelutti, secondo cui la ritrovata fiducia, i margini di manovra più ampi sui contratti di affitto delle proprietà commerciali e le nuove regole per le Siiq faranno da volano della ripresa del settore.
Carnelutti, che sui “buoni motivi per tornare a investire nel mercato immobiliare italiano” hanno dedicato un articolo pubblicato sulla rivista Review, scrive che “il 2015 si è aperto positivamente per il mercato immobiliare italiano – scrivono i due avvocati sulla rivista – da molteplici versanti giungono segnali incoraggianti per gli investitori, le cui prospettive, dopo diversi anni di stagnazione”, sono finalmente girate in positivo.
La fiducia nel mattone italiano trova la conferma nel crescente interesse dimostrato soprattutto dai fondi sovrani, dagli investitori mediorientali e dai colossi statunitensi, quali Blackstone e Cerberus Capital Management, i quali sembrano per il momento prediligere il segmento retail, che in tempi recenti si è distinto in particolare per la crescita dei volumi di operazioni chiuse, ma anche nel settore dei palazzi di pregio ad uso uffici e degli hotel di lusso.
Nel contesto un ruolo determinante sarà quello ricoperto dalle banche, anche internazionali, “le quali hanno iniziato ad inviare chiari e positivi messaggi di concreta volontà di tornare a finanziare operazioni immobiliari, anche di importanti dimensioni, nel mercato italiano”.
L’attenzione dei grandi protagonisti internazionali del settore si sta “gradualmente, ma costantemente spostando sull’Italia, dopo un periodo in cui i capitali internazionali hanno trovato più allettanti le compravendite in altri paesi”.
Il merito è anche del Decreto Sblocca Italia, che ha liberalizzato il mercato delle grandi locazioni ad uso abitativo e riallineato la disciplina delle Siiq italiane alle corrispondenti società di investimento europee.
La liberalizzazione dei grandi immobili a uso abitativo ha l’obiettivo di incentivare il dinamismo del mercato e gli investimenti, dopo circa quarant’anni di normativa vincolistica considerata per certi versi anacronistica
Nel caso delle Siiq, le italiane riusciranno ora a fare concorrenza ad esempio alle francesi Societes d’investissements immobiliers cotees, le quali hanno avuto decisamente più successo per quanto riguarda il numero di soggetti operanti e valore degli immobili in gestione.
(DaC)