ROMA (WSI) – L’incertezza politica alimentata dalla condanna di Silvio Berlusconi e dal desiderio dei falchi del Pdl di far cadere il governo nel caso in cui la Giunta per le elezioni dichiarasse l’inagibilità politica dell’ex premier, si riflette sui mercati.
Finora il forte attacco speculativo non si è verificato ancora, ma l’Italia è a un passo dalla sfiducia di mercati e investitori, complice anche l’assenza di riforme essenziali per far andare il paese in avanti: la riforma della legge elettorale, che era stata presentata come una priorità dal governo Letta, e che si conferma la grande assente, lasciata nel dimenticatoio. Il che significa che se l’Italia tornasse al voto, si presenterebbe di nuovo uno scenario politico frammentato, e la necessità di ricorrere all’ennesimo inciucio.
Risultato di tutte queste tensioni è l’azzeramento dello spread spagnolo rispetto a quello italiano, con il tasso spagnolo che raggiunge il rendimento dei Btp, per la prima volta in 17 mesi.
Lo spread Btp-Bund è cresciuto infatti ieri a 256 punti base, mentre il differenziale tra i titoli spagnoli a 10 anni e i Btp decennali è tornato a quota zero per la prima volta dall’aprile 2012, ai tempi in cui il governo Monti aveva portato il costo di emissione dei titoli italiani al di sotto di quelli spagnoli. I due titoli di Stato pagano praticamente lo stesso rendimento, il 4,52%.
Secondo Morgan Stanley, l’aumento del costo per convincere gli investitori a sottoscrivere i Bund riflette più che il rischio di una crisi di governo, l’assenza di nuove “regole del gioco”, ossia “una nuova legge elettorale”, con il rischio che “l’instabilità continuerà a ripresentarsi”, a prescindere da quella che sarà la sorte dell’attuale governo.