Più che di settimana corta, sarebbe ora di parlare della giornata lunga. I dati Eurostat risalenti al 2022 diffusi ieri attestano che il 7% dei lavoratori europei è occupato per un maggior numero di ore del dovuto. Il fenomeno in Europa riguarda molto di più gli autonomi (30%) che gli impiegati (4%). A livello di settore, l’orario di lavoro lungo è tipico di lavoratori dei settori agricoltura, pesca e foreste (28%) e dei manager (24%). Guardando i dati dei singoli Paesi, emerge che quello italiano è tra i più alti d’Europa.
L’orario di lavoro in Italia
I dati Eurostat dicono che in Italia circa 2,7 milioni di lavoratori restano sul posto di lavoro per 50 ore a settimana, contro le canoniche 40 ore (8 ore al giorno per 5 giorni), ovvero il 9,2% dei lavoratori totali (circa 23 milioni). Il dato italiano è tra i più alti d’Europa: ci superano solo la Grecia (13%), seguita da Francia e Cipro (entrambe al 10%). In Romania il dato precipita al 2,2%, in Bulgaria allo 0,7%.
La settimana corta in Italia
In questo contesto e a seguito delle necessità di un ribilanciamento tra lavoro e vita privata emersa dopo il coronavirus, i sindacati stanno facendo pressioni sul governo per adottare la settimana corta. Lo scorso marzo la premier Meloni ha aperto alla settimana corta, ma ad oggi ancora non ha preso alcuna decisione sul tema. I lavoratori sono favorevoli alla settimana corta, ma solo a stipendio invariato, dice la ricerca “Global workforce of the future” di The Adecco Group.
Nel frattempo, alcune imprese stanno iniziando a sperimentare la settimana corta.
Tria spa, azienda di Cologno Monzese (Milano) specializzata nella produzione di macchine per il riciclo della plastica, a seguito di un accordo interno, nel periodo gennaio-luglio 2023, ha deciso di sperimentare la chiusura degli uffici il venerdì alle ore 12. I lavoratori usufruiscono di tre ore di permessi retribuiti in busta paga.
Altra soluzione, invece, è stata adottata da Toyota Material Handling, i cui lavoratori effettuano turni di sette ore, pagati come se fossero otto. La società ha sede nel bolognese e ha sottoscritto un accordo di secondo livello, cercando di coniugare l’aumento di produzione con l’uso dello stesso stabilimento aziendale.
Da gennaio 2023 Intesa Sanpaolo ha proposto ai propri lavoratori di lavorare quattro giorni la settimana a parità di retribuzione. L’adesione è su base volontaria. Questa opzione può essere scelta di settimana in settimana e deve essere concordata con il proprio responsabile.
Awin Italia ha importato nel nostro paese un approccio utilizzato in tutte le sue sedi in giro per il mondo. Dal 1° gennaio 2021 applica una policy aziendale che prevede una giornata libera o due mezze giornate libere a settimana. Questa opportunità si affianca al lavoro agile e ha permesso alla divisione italiana di chiudere a luglio e ad agosto, perché tutti i dipendenti lavoravano da casa.