NEW YORK (WSI) – Dopo aver protestato per tre settimane fuori dalla sede di Seattle, Kevin Varghese, ex dipendente Amazon, ha annunciato che da oggi inizierà lo sciopero della fame per sensibilizzare l’opinione pubblica sul trattamento dei dipendenti del gruppo di ecommerce americano caratterizzato da bassi standard etici.
Quello di Kivin Varghese, che ha portato in tribunale Amazon per licenziamento ingiustificato nel 2012, è solo l’ultima spina nel fianco per il gigante dell’ecommerce fondato da Jeff Bezos.
Per restare alle cronache delle ultime settimane. Dopo la delusione della trimestrale chiusa al 30 settembre, che ha mostrato un rosso di 427 milioni nel periodo terminato, la società ha dovuto far fronte al muro contro muro con dipendenti dei centri logistici in Germania nell’ambito della lunga disputa sugli stipendi.
Da oltre un anno il sindacato spinge per un aumento degli stipendi, sostenendo che i dipendenti di Amazon ricevano paghe molto più basse rispetto agli altri lavoratori impiegati nelle vendite al dettaglio e nella consegna della posta. Amazon, dal canto suo, sostiene invece che i suoi magazzini per la distribuzione in Germania, dove lavorano circa 9 mila diendenti, siano centri logistici e che, per questo settore, i dipendenti guadagnino stipendi relativamente alti. (MT)