Società

Amazon, l’accusa dei sindacati: “dipendenti cronometrati per andare in bagno”

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Vietato stare in bagno per più di cinque minuti. O almeno così sembra, nel centro di smistamento e immagazzinamento merce di Amazon a Torrazza Piemonte.

Amazon, cosa è successo

Il sindacato Filt Cgil di Torino e Piemonte ha fatto ricorso all’ispettorato del lavoro, dopo che una dipendente di Amazon era stata sanzionata per aver passato troppo tempo in bagno a chiacchierare con una collega. La donna era stata addirittura raggiunta in bagno da un addetto al personale.

“I lavoratori Amazon sono cronometrati per andare in bagno e sono puniti con sanzioni disciplinari se i tempi non sono conformi all’algoritmo” ha denunciato la sigla sindacale in una nota, spiegando l’Ispettorato del Lavoro, che ha dato “ragione ai lavoratori annullando la sanzione disciplinare, ritenendola spropositata e priva di ogni fondatezza”.

La Filt Cgil Torino e Piemonte, si legge ancora in una nota, “è determinata ad andare avanti nella difesa dei diritti e nel far riconoscere ai lavoratori la corretta applicazione delle norme sul lavoro, del Ccnl e sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, attenzionando i ritmi e carichi di lavoro. La Filt Cgil condanna ogni strumentalizzazione e discriminazione nei confronti dei lavoratori diretti e indiretti”.

Alle parole delle parti sociali, il colosso dell’e-commerce ha replicato:

“Quanto riportato dalla CGIL non corrisponde al vero. Non monitoriamo le pause e non cronometriamo i nostri dipendenti. Gli operatori di magazzino possono usare il bagno ogni qualvolta ne sentano la necessità e senza essere controllati. La sicurezza sul luogo di lavoro è una delle nostre prerogative, per questo motivo chiediamo a tutti i lavoratori di informare il proprio responsabile in caso di assenza dalla postazione di lavoro, nel pieno rispetto delle direttive del contratto collettivo nazionale di lavoro. In questo sito impieghiamo oltre 1500 lavoratori e, per motivi di sicurezza, è essenziale che le persone seguano queste procedure. Non farlo potrebbe avere conseguenze significative, soprattutto in caso di emergenza o evacuazione”.