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Amazon su nuovi massimi storici, tutti i numeri dell’avanzata di Bezos

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Ieri, 22 giugno, il titolo Amazon ha aggiornato i suoi massimi storici a quota 2.733,81 dollari, con un incremento da inizio anno arrivato al 46,86%. Di per sé questa non è una grossa novità: già prima del lockdown e dell’inevitabile beneficio che esso ha generato per tutte le aree di business di Amazon, la società fondata da Jeff Bezos aveva abituato gli investitori a una crescita pressoché costante.

La capitalizzazione di mercato di Amazon, fra il 2016 e il 2018, era raddoppiata a quota 734 miliardi. Oggi, meno di due anni dopo, la società sembra vicina a ripetere l’impresa con una capitalizzazione già arrivata a 1.330 miliardi di dollari.
L’atteggiamento rialzista degli investitori diventa evidente se si considera che il rapporto fra prezzo delle azioni Amazon e i suoi utili è di 129, contro un rapporto P/E a 28 punti per Apple e di 33 per Microsoft – giusto per fare un confronto fra i titoli che vantano oltre mille miliardi di capitalizzazione. In termini di ricavi, Amazon è già la seconda maggiore società dopo Walmart: il ramo e-commerce, da solo, ha fatturato 280,5 miliardi di dollari. Una cifra che non potrà che crescere quest’anno, in cui l’isolamento forzato ha costretto milioni di consumatori a riconsiderare, qualora non l’avessero già fatto, l’acquisto su Internet. Solo nel primo trimestre dell’anno le vendite di Amazon sono cresciute del 26%: la previsione è che il 2020 possa concludersi con 350 miliardi di ricavi per il colosso di Jeff Bezos.

Quanto durerà la corsa di Amazon

La corsa sui mercati di Amazon potrebbe continuare oltre? L’analista di Needham, Laura Martin, è fra le più convinte che il futuro sia ancora in crescita: la previsione di lungo periodo per il titolo arriva, infatti, a quota 5.000 dollari, un prezzo quasi doppio rispetto a quello attuale.

Secondo la Martin, Amazon beneficerebbe di un “moltiplicatore di valore nascosto” che consentirebbe all’azienda di espandersi anche in mercati nuovi come i generi alimentari, media e cloud computing.
Fra le forze che potrebbero insidiare la crescita forsennata di Amazon, però, ci sarebbe anche una crescente concorrenza proprio nel ramo più tradizionale dell’azienda: l’e-commerce. Secondo i dati di Rakuten Intelligence, una società giapponese specializzata in analisi sul commercio elettronico, la quota di acquisti online di Amazon in America sarebbe scesa al 34% a metà aprile, contro il 42% dell’era pre-Covid.

Secondo un’altra società, eMarketer, la quota delle vendite e-commerce di Amazon negli Usa andrebbero ad assestarsi al 38,7% a fine anno. Cos’è accaduto? Il boom dell’e-commerce dovuto al lockdown ha favorito non solo Amazon, ma anche i suoi concorrenti, come la canadese Shopify.