Gli analisti ci credono: il titolo Amazon è sottovalutato rispetto al suo potenziale di upside. Questa la conclusione a cui si arriva, prendendo in esame rating e target price emessi dalla principali banche d’affari che coprono il titolo.
Da inizio anno, le azioni del colosso dell’ecommerce, che non distribuisce dividendo, hanno segnato un rialzo marginale (+3%), mentre su base annua il saldo è addirittura negativo (-2,3%). Si tratta di performance nettamente inferiori alla media dei cinque anni, quando le azioni del colosso fondato da Jeff Bezos hanno segnato un apprezzamento del 300% circa.
Amazon, i giudizi degli analisti
Alla chiusura di ieri (13 ottobre), il prezzo si è attestato a 3.284 dollari. Un valore che si attesta il 27% sotto la media dei target price a un anno fissato dal consensus, pari a 4.153 dollari. Tutti i broker che coprono il titolo hanno un giudizio buy/overweight. In pratica, suggeriscono di acquistare il titolo alla luce del potenziale di rialzo.
Ben sopra il target di prezzo medio si muovono i giudizi di Evercore (4.700 dollari, rating overweight), Canaccord (4.400 dollari, buy).
Raccomandazioni di acquisto buy fioccano anche da Mizuho Sec. (tp 4.100 dollari) mentre RBC Capital (tp 4.115 dollari), Baird (4.000 dollari) consigliano outperform.
Amazon resta fedele alla politica di zero dividendi
Nell’ultimo decennio, molte società tecnologiche come Apple, Cisco e altre hanno avviato il pagamento dei dividendi agli azionisti. Al momento sono oltre 300 titoli tecnologici che pagano dividendi, il che rende il settore tecnologico una buona fonte di dividendi.
Sebbene l’industria tecnologica abbia ampiamente abbracciato i dividendi, non tutte le aziende tecnologiche pagano le cedole. Una persistente resistenza al pagamento dei dividendi agli azionisti è proprio Amazon.com. Invece di restituire denaro agli azionisti, il gruppo continua a reinvestire il proprio flusso di cassa nelle proprie attività.
La mancanza di un dividendo di Amazon non ha certamente danneggiato gli investitori fino ad oggi, alla luce delle performance stellari del titolo. Negli ultimi 10 anni, le azioni Amazon hanno generato rendimenti di circa il 32% all’anno. Non è invece andata bene quest’anno, periodo in cui il titolo, tranne che per brevi strappi al rialzo, si è mosso sempre sottotraccia.
Le attese per il terzo trimestre
Sul fronte dei conti, dopo un secondo trimestre deludente sul fronte del fatturato, il gigante online alzerà il velo sui conti del terzo trimestre il 29 ottobre. Le attese del consensus sono per utili per azione pari a 8,96 dollari in calo dai $15,12 nel secondo trimestre.
Nel secondo trimestre, il fatturato si è attestato a $113,08 miliardi, al di sotto dei $115,2 miliardi attesi dal consensus degli analisti intervistati da Refinitiv. La crescita del giro d’affari è stata pari a +27% su base annua, in forte rallentamento rispetto al tasso di crescita pari a +41% del fatturato del secondo trimestre del 2020, quando il boom delle vendite era stato provocato dalle varie misure di restrizione e lockdown che tutti i governi all’epoca avevano varato a causa dell’esplosione della pandemia Covid-19.
Per il terzo trimestre, Amazon prevede un fatturato compreso tra $106 e $112 miliardi, dunque in crescita tra il 10% e il 16% su base annua, decisamente al di sotto dei $119,2 miliardi previsti dagli analisti.
In altre parole, con la riapertura dell’economia globale, ad Amazon è venuto a mancare quel forte assist delle misure in stile ‘stay home’, che avevano portato i consumatori, confinati nelle loro case, a fare di incetta di acquisti online.