Amazon ringrazia Donald Trump: il colosso del commercio elettronico pagherà zero tasse nel 2018. Anzi, vanta un piccolo ma significativo credito fiscale. Questo nonostante, nello stesso anno, il gruppo fondato da Jeff Bezos abbia registrato quasi 11 miliardi di dollari di profitti, circa il doppio dell’anno precedente, il miglior risultato di sempre.
La cosa non riguarda solo Amazon. Qualche giorno fa sono stati resi noti i conti di Netflix: la società di Reed Hastings, che in qualche caso produce e sempre distribuisce online film e serie tv (e che è in corsa per gli Oscar con il film Roma), ha chiuso il 2018 con 845 milioni di dollari di profitti per i quali non pagherà tasse.
Come questo sia potuto accadere sia possibile sta facendo molto discutere negli Stati Uniti, sin da quando è stata pubblicata sul blog Just Taxes, dell’Istituto sulle tasse e la politica economica.
Il motivo è, appunto, la riforma fiscale voluta dal presidente Trump e approvata dal Congresso nel 2017. E il Jobs Act del 2017, che ha ridotto l’aliquota per le società dal 35 al 21 per cento. C’è poi da considerare il fatto che Amazon può sfruttare il credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo la a deduzione fiscale del 100 per cento per gli investimenti sulle attrezzature.
Tyler Cowen, blogger di Marginal Revolution, ha spiegato che “la principale ragione per cui Amazon non paga imposte societarie è perché reinveste i suoi profitti”; in realtà “Amazon paga moltissimo se consideriamo le imposte sugli stipendi dei dipendenti, e quelle locali”. Stephanie Denning su Forbes ha rivelato che il complesso delle altre imposte che Amazon ha pagato nel 2018 è di un miliardo e 180 milioni di dollari.
In un comunicato, Amazon ha replicato spiegando di pagare tutte le tasse dovute nei paesi in cui opera. Una replica che non ha convinto tutti e che anzi apre pesanti interrogativi sulle falle del sistema fiscale americano e sulla riforma voluta dal presidente Trump e approvata dal Congresso nel 2017.
Tra i più scettici Bernie Sanders, che si è appena nuovamente candidato per la Casa Bianca per i Democratici, su Twitter ha scritto: “È ora di cancellare tutti i regali che Trump ha fatto alle grandi corporation e al ricco 1 per cento della popolazione, e ricostruire la classe media”.