Inizia a perdere colpi Vladimir Putin. Russia Unita, il principale partito sostenitore di Putin in Parlamento, ha perso circa un terzo dei seggi alle elezioni amministrative tenutesi ieri a Mosca come riferisce Ria Novosti.
Le elezioni amministrative hanno riguardato una quindicina di regioni russe, e fin da giugno, hanno visto moltissime proteste e manifestazioni anti-governative. Russia Unita conquista 25 seggi su 45, contro i 40 precedenti e all’opposizione spetteranno i restanti 20 seggi. Il Partito Comunista ha incassato la vittoria di 13 dei suoi candidati. Bene anche il socialdemocratico Yabloko, che ha eletto tutti e tre i suoi candidati, così come, per la prima volta, Russia Giusta.
Un voto che, sebbene fosse locale, è stato trasformato dall’oppositore di Putin, Alexei Navalny e dai suoi alleati in un’opportunità per farsi strada in vista delle elezioni politiche del 2021. Le autorità hanno escluso i candidati meno graditi, tra cui proprio l’oppositore Aleksey Navalny, con il pretesto che gli elenchi con 5mila firme che ciascuno doveva presentare erano scorretti o imprecisi. Una decisione che si è trasformata in un boomerang per il Cremlino, visto che da lì sono scaturite una serie di forti proteste, le più accese dal 2011. Tanti gli arresti e le incriminazioni anche per “disordini di massa” per cui si rischiano fino a 15 anni di carcere. Tutti gli oppositori più noti sono finiti in carcere, da Aleksej Navalnyj, all’ex deputato indipendente Dmitrij Gudkov.
Navalny ha così esortato gli elettori a votare in maniera tattica con il “Voto intelligente” che, in base alla propria circoscrizione, suggerisce il politico da votare per affossare il candidato del partito al potere Russia Unita. Un’indicazione che, secondo l’agenzia Ria Novosti, avrebbe contribuito al risultato poco brillante del partito governativo. “Questo è un risultato fantastico del “voto intelligente”: abbiamo combattuto insieme, grazie a tutti per il vostro contributo” è stato il commento di Alexey Navalny dei primi exit poll.