NEW YORK (WSI) – La governatrice Lael Brainard ha sfidato i vertici della Federal Reserve, lanciando una frecciata diretta a Janet Yellen e al suo vice Stanley Fischer.
Parlando all’Associazione Nazionale degli Economisti Brainard si è lamentata dell’incertezza sulla tempistica del prossimo rialzo dei tassi, che sta diventando insopportabile.
Per rimuovere la suspense “non farò dichiarazioni sull’agenda delle prossime mosse di politica mnetaria, piuttosto vi spiegherò quali sono le considerazioni che vengono fatte da una parte e dall’altra del front edel dibattito” che avviene in seno al board della Federal Reserve.
Second Brainard sarebbe meglio aspettare prima di fare promesse e rivelare le date in cui la stretta monetaria, la prima da quasi un decennio, dovrebbe avvenire. Piuttosto che concentrarsi sui motivi per cui i tassi vanno alzati, la governatrice sostiene sia meglio concentrare i propri sforzi nel cercare di trovare i motivi per cui il costo del denaro va mantenuto invariato.
“Al contrario di quanto avvenuto nel mercato del lavoro, che ha registrato miglioramenti, le statistiche in questo campo non sono sufficienti a giudicare come si muoverà l’indice di inflazione, che dovrebbe essere una parte importante del nostro mandato”.
“La curva di Phillips sull’inflazione è, nella migliore delle ipotesi, molto bassa, al momento. Il fatto che i salari non siano aumentati è un dato importante di cui tenere conto, secondo Brainard, e “lo è ancora di più se lo si considera come segnale del fatto che il mercato del lavoro non è del tutto in salute e il potere di negoziazione contrattuale dei lavoratori è ancora debole”.
Proprio Yellen, di recente, ha citato l’andamento della curva di Phillips come dimostrazione della necessità di imporre presto una stretta monetaria. Mentre la numero uno della Fed, prevede una ripresa dei prezzi al consumo, Brainard la pensa diversamente.
“Negli utimi 15 mesi – si lamenta la governatrice – le decisioni di politica monetaria negli Stati Uniti non hanno tenuto conto del rallentamento della domanda globale e la revisione al ribasso delle stime di crescita. Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni costantemente da aprile 2014 a oggi”.
Inoltre, secondo Brainard, l’attività nei mercati finanziari ha negli ultimi tempi già provveduto a imporre una stretta creditizia indiretta. Per tutti questi motivi “i rischi sul fronte della crescita economica sono al ribasso e pertanto è presto per togliere il sostegno che è stato decisivo a rivatilizzare l’economia”.
Piuttosto che continuare ad aspettare, Brainard preferirebbe che la Fed corresse il rischio di alzare troppo in fretta i tassi di interesse. Yellen invece no, vorrebbe un graduale incremento del costo del denaro.
“Se la Fed dovesse rimandare ancora per troppo tempo il ritorno alla normalità, finirà che epr impedire all’economia e all’inflazione di mancare completamente i nostri obiettivi, ci vedremo probabilmente costretti a imporre una stretta monetaria improvvisa, che rischierebbe di destabilizzare i mercati finanziari e forse persino inavvertitamente spingere l’economia in una nuova fase recessione“.
Fonte: sito della Federal Reserve
(DaC)