Non meno di 2,5 azioni Tecnost per ogni azione
Telecom. E’ questa la valutazione della Deloitte & Touche sull’ipotesi di concambio tra azioni delle due società. La valutazione era stata rischiesta da Carlo Pasteris, rappresentante comune degli azionisti di risparmio di Telecom Italia che, dopo la decisione di Telecom di scorporare Tim per passarla in Tecnost (la società che ha guidato la scalata a Telecom e quindi piena di debiti) si erano sentiti in qualche modo ”scippati”. Secondo Deloitte, ”il rapporto di cambio, per essere congruo, non potrà essere inferiore a 2,5 azioni Tecnost per ogni azione Telecom”.
Ma la valutazione non piace
all’amministratore delegato di Tim Marco De Benedetti.
“Un concambio a 2,5 tra azioni di risparmio Technost e
azioni di risparmio Telecom, “non è in linea con l’ipotesi
indicata anche dal Consiglio di amministrazione di
Telecom”, ha detto De Benedetti lasciando la giunta di
Confindustria. “Non so quale sia la metodologia adottata
per la valutazione – ha aggiunto – ma sicuramente non è
in linea con l’ipotesi indicata dal CdA di Telecom. Voglio
sottolineare – ha proseguito – che il concambio indicato
oggi è relativo solo alle azioni di risparmio e poi che si
tratta di una valutazione sicuramente di parte”.
Un concambio Telecom /Tecnost del 2,5, come proposto da Deloitte per le azioni risparmio, è giudicato improbabile dagli analisti in quanto applicato alle azioni ordinarie diluirebbe
eccessivamente il controllo di Olivetti in Tecnost.
Il mercato da’ per scontato che il valore individuato per le azioni risparmio debba essere ritenuto valido anche per le azioni ordinarie.
Più credibile appare invece un rapporto tra 2 e 2,2, dicono,
ricordando che Deloitte in quanto consulente degli azionisti di
risparmio è “di parte”.
Gli analisti interpellati da Reuters calcolano che un
concambio di 2,5 farebbe scendere la quota Olivetti in Tecnost
al 33,6-33,8% del capitale dall’attuale 72,8%.
“La diluizione sarebbe tale che Colaninno non avrebbe più
convenienza a fare l’operazione”, afferma Marco Opipari di
Metzler Capital Markets Italia, secondo il quale “non si andrà
oltre il due”.
Sulla stessa linea Oriana Cardani di Rasfin secondo cui
“difficilmente il concambio potrà essere così alto perchè la
diluizione sarebbe eccessiva”.
Per l’analista più “credibile” è un rapporto attorno al due
che porterebbe Olivetti al 40,4% di Tecnost. Attualmente,
ricorda Cardani, il mercato sconta un concambio del 2,2 circa,
che vedrebbe Olivetti al 38,6%.
Un analista che preferisce non essere citato ricorda poi che
Deloitte, in quanto rappresentante degli azionisti di risparmio,
“gioca ovviamente al rialzo. Il vero obiettivo dovrebbe
collocarsi tra 2 e 2,2”, dice.
Deloitte è stata incaricata dagli azionisti di risparmio
Telecom di valutare il concambio, nell’ambito del progetto di
trasferimento del controllo di Tim e della quota Seat
da Telecom a Tecnost.
Roberto Colaninno aveva indicato il rapporto di concambio in
un range compreso tra 1,50 e 1,65 Tecnost per Telecom.
A fine ottobre il gruppo Olivetti ha annunciato di aver
arrotondato il possesso in Tecnost a 72,8 da 70%, e quello in
Telecom Italia a 55% da 52. Olivetti controlla Tecnost che a
cascata controlla Telecom, che a sua volta detiene il 60 pct di
Tim.
Con il range di concambio proposto da Colaninno, Olivetti al
termine dell’operazione deterrebbe il 41-43 pct circa di
Tecnost. Dopo l’annuncio del range di concambio Telecom-Tecnost,
la società è stata subissata da critiche e ha affidato la
valutazione dei concambi a advisor esterni. Nel frattempo anche
i soci di risparmio hanno commissionato una loro valutazione
alla Deloitte & Touche, resa nota oggi.