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Anche Padoan, ultimo di una serie di ministri Economia, getta la spugna del finto ottimismo

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ROMA (WSI) – L’Italia è ufficialmente tornata in fase di recessione, con il Pil che ha accusato una flessione dello 0,2% nel secondo trimestre.

Secondo i quotidiani italiani di stamattina l’Istat doveva riportare una contrazione dello 0,1% nel secondo trimestre. Gli economisti interpellati da Reuters si aspettavano invece una crescita dello 0,2%.

Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero hanno riportato le cifre senza citare fonti, anche se il primo ha specificato che le cifre sono quelle previste dal gabinetto del premier Renzi.

Il giornale romano invece parla di “stagnazione a colazione. O, peggio ancora, recessione” sottolineando che quando l’Istat renderà noto il dato sulla crescita nel secondo trimestre dell’anno, il risultato non piacerà ad analisti e autorità politiche.

“Palazzo Chigi non si fa molte illusioni”, scrive Michele Di Branco, “e si prepara ad incassare la notizia secondo la quale l’economia italiana viaggia a scartamento ridotto, in una forchetta compresa tra zero e -0,1%”.

“Nel secondo caso, considerando che si tratterebbe di un bis rispetto al risultato del trimestre compreso tra gennaio e maggio, il Paese piomberebbe tecnicamente in zona recessione”.

Costringendo così l’esecutivo a imporre “tagli alle agevolazioni fiscali”.

Secondo il capo del Tesoro Pier Carlo Padoan, l’Italia deve accelerare sul terreno delle riforme strutturali per riavviare il percorso della crescita.

In una intervista al Sole 24 Ore, il ministro dell’Economia rileva che “il quadro macroeconomico che si sta delineando in questi mesi e in queste settimane è molto più deteriorato di quello di qualche settimana fa e, naturalmente, l’obiettivo di riequilibri strutturali tiene conto dell’andamento del ciclo.

L’Italia stenta a uscire dalla crisi perchè ha accumulato ostacoli strutturali. Per riprendere a crescere non ci sono scorciatoie: dobbiamo rimuovere quegli ostacoli con riforme strutturalì’.

Padoan ricorda che le riforme sono la “caratteristica fondamentale della strategia del governò’, e tra le riforme è fondamentale includere “le riforme istituzionali anche perchè queste hanno un impatto molto importante sul funzionamento dell’economia e cito due ragioni evidenti.

Laprima è la semplificazione del processo legislativo. La seconda: la certezza della durata dei governi. Questi due fattori sono estremamente importanti per stabilizzare la fiducia e le aspettative di imprese, famiglie e investitori internazionalì’.

Naturalmente le altre riforme sono altrettanto importanti – afferma Padoan – “penso alla riforma del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione e alla riforma fiscale. Sono queste le scelte che migliorano la competitività e la crescita del Paese nel medio lungo periodo’.