Non solo l’Ibm, anche la Reuters, leader dell’informazione finanziaria, ha visto crollare i propri titoli, sempre per colpa della ”sindrome 2000”. L’azione dell’azienda inglese quotata al New York Stock Exchange e’ a meta’ seduta in ribasso del 14,33%, in calo di oltre 9 punti a quota 56 rispetto agli oltre 65 dell’apertura.
I trader di New York hanno punito il titolo (RTRSY, vedi quotazioni interattive) dopo che la Reuters ha annunciato una crescita ”piatta” del fatturato nel terzo trimestre e un rallentamento generale delle vendite del sistema di trading nel mondo, dovuto alle preoccupazioni pre-millennio.
Gli operatori di Wall Street hanno giudicato negativamente il fatto che, a causa di un mercato valutario piuttosto debole, il fatturato globale di Reuters e’ rimasto praticamente identico rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a 1,27 miliardi di dollari. Tuttavia, tenendo conto della differenza di cambio sterlina/dollaro, di fatto c’e’ stato un calo del 3%.
La Reuters ha poi annunciato che il rallentamento delle entrate ”sara’ molto probabilmente ancora piu’ marcato nel quarto trimestre”. ”Le condizioni di mercato rimangono difficili nel business dell’informazione e dei servizi finanziari” ha detto Peter Job, amministratore delegato dell’azienda inglese. Job ha confermato di aspettarsi un rallentamento degli affari in vista dell’anno 2000, perche’ molti clienti si preparano a congelare il loro stesso software. ”Il ruolo di ogni azienda sul mercato sta cambiando – ha concluso Job – ognuno sta rivedendo le proprie strategie. Anche noi tra poco annunceremo la nostra nuova linea: sara’ molto chiara, e non ci vorra’ molto tempo”.