New York – Wall Street scambia in rosso per la seconda seduta di fila, spaventata al contempo dai problemi interni (l’accordo sul debito tarda ad arrivare quando mancano solo 20 giorni al default) e dalle possibilita’ che l’italia venga risucchiata nella crisi del debito sovrano. Il settore finanziario cede il 2,4%, facendo peggio del mercato generale che quota -1,5% circa.
Il Dow cede l’1,17%, appesantita dai ribassi di Bank of America e Alcoa (oltre -2%). L’S&P 500 lascia sul campo l’1,6% e il Nasdaq l’1,84%. Tra i settori la scampa solo l’health care, favorito dalle speculazioni circa il piano per ridurre il debito. Gli Usa hanno 20 giorni di tempo per trovare un accordo e scongiurare un default, con il numero uno della Casa Bianca che dovra’ cercare di convincere il Congresso, di parte repubblicana a dare il via libera. Secondo quanto riferito da Obama in una conferenza stampa, in accordo non ci sara’ sul breve termine.
A definire quanto e’ grave la situazione ci pensano i numeri: la borsa Usa cede oltre l’1%, mentre le perdite a Piazza Affari arrivano fino al 3,5% e i rendimenti dei bond a breve termine sono schizzati al rialzo. La borsa spagnola lascia sul campo quasi il 3%, e sui bond e’ lo stesso caos visto in Italia. Intanto i titoli delle banche sono in profondo rosso, con Deutsche Bank che cala del 2,5%. Come segnale dell’aumento vortiginoso dell’avversione al rischio, l’oro ha raggiunto i nuovi massimi di sempre.
Dopo la performance negativa sofferta venerdi’ anche da Wall Street, causa il dato considerato “inaccettabile” del rapporto sull’occupazione, i futures americani iniziano la settimana di nuovo sotto pressione, scontando i problemi di “casa”, ma anche la performance dell’azionario globale, che continua a vedere la borsa di Milano in particolare, ancora sotto pressione.
Nessun dato rilevante è atteso oggi dal fronte economico Usa. Di fatto, anche gli investitori d’Oltreoceano stanno guardando attentamente cosa sta accadendo in Italia. Il selloff del debito e delle azioni italiane vinerdi’ e’ stato alimentato dai timori che le prossima nazione indebitata dell’area euro ad aver bisogno di aiuti (dopo Greci e Portogallo), sara’ la nostra.
Tali paure si stanno intensificando oggi dopo che l’Ue ha indetto una riunione straordinaria di emergenza. Con nessun dettaglio ancora ufficialmente offerto su cosa e quali paesi saranno in agenda, il mercato ha tratto le sue conclusioni. E sono negative. Per questo sta salendo la domanda di asset sicuri, mentre i titoli ad alto rischio vengono penalizzati.
L’idea diffusa e’ che l’Italia verra’ inclusa nel piano di salvataggio dell’Ue. I mercati sono in calo ovunque, con l’indice londinese che perde lo 0,4%, il Dax di Francoforte l’1,1%, Parigi l’1,5%). Non sorprende che le perdite piu’ gravi siano registrate in Grecia (-3,1%), Portogallo (-2,4%), Spagna (-1,8%) e Piazza Affari (-1,3%). Il rendimento dei titoli di stato italiani e’ salito ai massimi di sempre contro i bund tedeschi, mentre l’euro cede terreno su tutti i fronti, scivolando sotto $1,41.
Sia l’Italia che la Spagna sembrano piu’ vulnerabili e si segnala la tendenza dei mercati a guardare con sempre maggiore preoccupazione ai problemi delle nazioni piu’ grandi dell’area euro. I cds per proteggersi contro un default italiano sono saliti di 28,5 punti base ai massimi di sempre di 279,5 punti, mentre i contratti sul debito spagnolo sono saliti di 21 punti base. Il rendimento del due anni e’ cresciuto al 3,86%, mentre quello sui rispettivi titoli spagnoli al 4,04% (+27 punti base). I rendimenti sui bond greci sono balzati di 109 punti base al 31,47% e i cds di 102 punti base.
Tra gli altri elementi di preoccupazione in più, la decisione dell’agenzia di rating cinese di declassare il paese, con outlook negativo, il continuo assalto ai Btp, il cds al massimo assoluto e in generale un forte senso di scetticismo sul governo italiano e sulla possibilita’ di riuscire a controllare il debito con la manovra finanziaria appena formulata.
Ecco così che l’Italia arriva a condizionare la performance degli indici americani: dagli Usa è arrivato tra l’altro un giudizio molto negativo anche sull’operato della Consob. Intanto, non che le cose vadano bene per gli Stati Uniti. I riflettori sono tutti puntati sul tanto atteso accordo tra repubblicani e democratici per l’innalzamento del titolo, condizione sine qua non per evitare il default degli Usa.
Inizia intanto oggi la stagione degli utili aziendali. Alcoa, come da copione, sarà la prima blue chip Usa a diffondere i risultati di bilancio relativi al secondo trimestre, dopo la chiusura di Wall Street. Il consensus prevede un utile per azione di 32 centesimi, a fronte di un fatturato di $6,31 miliardi. Anche se la stagione delle trimestrali entra nel vivo la prossima settimana in questi giorni renderanno noti i conti fiscali colossi del calibro di JP Morgan e Google.
I futures sul petrolio scontano le preoccupazioni sul quadro economico globale e cedono più dell’1,77%, a quota $94,5 il barile. In lieve rialzo invece le quotazioni dell’oro (+0,57% a $1.550 l’oncia).
Sul fronte valutario l’euro continua a perdere terreno contro le principali valute, e scende dell’1,9% sul dollaro a quota 1,3985. Quanto ai Treasury, i rendimenti sul decennale lasciano sul campo 6,4 punti base al 2,952%.